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Una macchina ancora non perfetta: Roma, si può sempre migliorare

All'indomani della sconfitta con il PSG, cerchiamo di capire cosa manchi davvero a questa Roma per essere perfetta

Quella incassata ieri contro il PSG è stata la prima sconfitta interna della stagione 2023/2024 in tutte le competizioni per la Roma femminile. Davvero niente male, considerando che il primo “0” interno sulla casella dei punti ottenuti arriva il 20 dicembre. Viene da fare considerazioni ancora migliori se si aggiunge che la prima sconfitta in assoluto è arrivata appena una settimana fa, sempre contro il PSG.

Tutto parte dalla voglia di alzare sempre l’asticella

Guardando la situazione di classifica in campionato, ci si potrebbe semplicemente limitare ad un sorriso e ad una battuta sulla squadra francese che è risultata particolarmente indigesta alle giallorosse. Si potrebbe voltare poi pagina e mettere in secondo piano il percorso europeo, puntando “soltanto” a vincere il campionato. Ma questa Roma è un’altra cosa. La squadra allenata da mister Spugna ci ha mostrato tante cose negli ultimi mesi, quasi tutte belle: tra queste, sicuramente c’è la voglia di migliorarsi sempre e di raccogliere sfide via via più stimolanti.

In questo momento allora, il focus del tecnico e del gruppo squadra deve essere proprio sulla partita di ieri: serve capire cosa non è andato e come andare a riempire il gap che evidentemente ancora separa la Roma dai top club assoluti del calcio europeo. Fermo restando che è normale il club giallorosso – la cui sezione femminile è stata aperta nel 2018 – si trovi in questa fase ancora indietro rispetto ad altre squadre come appunto il PSG di ieri o il Barcellona dello scorso anno, ci si può già interrogare su cosa serva migliorare per raggiungere un livello di eccellenza anche in campo internazionale.

Cosa manca a questa Roma per essere perfetta e perché può davvero diventarlo

Sicuramente il doppio confronto con le parigine andato in scena nel giro di una settimana sottolinea una mancanza di capacità di punire le avversarie quando se ne present l’occasione al momento opportuno. In entrambe le gare sono state sprecate tante, troppe occasioni. Non c’è da puntare il dito contro nessuna calciatrice in particolare, perché il problema ha riguardato un po’ tutte  e sicuramente tutti i reparti. È ancora negli occhi degli appassionati l’errore dal dischetto di Giugliano al Parco dei Principi, così come ieri la gara è stata fortemente condizionata dalle occasioni sprecate sul punteggio di 0-1, quando la gara era ancora tutt’altro che decisa.

La situazione non è grave. Non è infatti mancato il mordente o la consapevolezza del proprio valore, cose che sarebbero state, queste sì, gravi per una squadra che è già alla seconda partecipazione in Champions, e che ha in rosa più di qualche calciatrice con grande esperienza internazionale. Le progressioni di Giacinti e il suo linguaggio del corpo sempre volto a spronare sé stessa e le compagne sono indicatori importanti di una ragazza cui di certo le gambe non tremano nonostante l’impegno d’eccezione. L’assist che inventa Giugliano pochi minuti dopo il rigore sbagliato in un momento così delicato è il ritratto di una leader tecnica e non solo, consapevole di non essere perfetta, ma con in testa l’idea di poter fare sempre meglio. Pensandoci, è un po’ la mentalità che caratterizza – e deve continuare a caratterizzare – questa Roma. E con un’idea di miglioramento del genere, il futuro è luminoso.

 

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