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Si riparte da qui: contro il Pomigliano la Roma ritrova la vittoria e il sorriso

Il racconto della gara tra Roma e Pomigliano. Appunti sparsi: la consapevolezza di sé, i guizzi di un grande staff tecnico e la visione di Saki Kumagai

Ieri contro il Pomigliano è finalmente cominciato il 2024 della Roma femminile: non siamo impazziti, sappiamo che la gara del Tre Fontane non è stata la prima del nuovo anno, ma la sensazione è che contro la Juventus non fosse scesa in campo una versione autentica della squadra allenata da mister Alessandro Spugna. Lo scorso sette gennaio avevamo visto una squadra meno propositiva del solito, e soprattutto scesa in campo senza la consueta voglia di aggredire immediatamente la partita e le avversarie. Vedersi poi alzare la coppa davanti dalla diretta inseguitrice per la lotta Scudetto, la Juventus, rischiava di togliere fiducia a un gruppo che invece si è dimostrato ancora una volta coeso e compatto verso un unico obiettivo.

Dalla gara contro il Pomigliano si chiedeva una forte dimostrazione di forza. Quella che è andata in scena è stata una partita in cui le giallorosse hanno dimostrato sì forza mentale e qualità tecnica, ma soprattutto consapevolezza. Sin dai primi minuti le padrone di casa hanno messo le cose in chiaro, non affondando per la verità ma dando l’impressione di poter colpire da un momento all’altro. Il Pomigliano penultimo in classifica non ha potuto fare altro che coprirsi chiudendosi a riccio. Il fraseggio rapido a muovere la difesa avversaria e una grande giocata di Viens hanno portato avanti le giallorosse al minuto 12. La calciatrice canadese è stata determinante con la sua qualità e soprattutto con i suoi strappi fino al momento della sostituzione. I tifosi, che ieri erano presenti in più di mille – una buona risposta se si considerano il freddo e la gara non di cartello – iniziano a trattarla da beniamina.

Dopo la rete, l’atteggiamento del Pomigliano non è cambiato. Come fare allora a superare il muro delle campane? L’indicazione decisiva è arrivata dallo staff di mister Spugna: con la Roma schierata a tre era fondamentale sfruttare le fasce, occupate da Di Guglielmo (particolarmente ispirata) a destra e da Haavi sulla sinistra. Intorno al venticinquesimo minuto sono arrivate le prime importanti indicazioni in questo senso, rivolte a Linari: “Sfruttiamo Lucia (Di Guglielmo, n.d.r.) e diamo ampiezza”. Detto fatto: passano pochi secondi, e proprio la centrale toscana vede la compagna allargarsi e attaccare la profondità. Decide allora di servirla, e Di Guglielmo non delude: palla dentro l’area e Feiersinger infila Gavillet per la seconda volta.

Da lì in poi per la Roma la gara è una passeggiata. Le giallorosse divertono e si divertono. Triangoli, fraseggi, chiusure importani e soprattutto una fiducia nel tentare la giocata e nel rischiare il dribbling che rassicura chi temeva il passo falso in Supercoppa potesse avere ripercussioni anche in campionato. Il terzo gol di Haavi è la ciliegina sulla torta di una prova completa in ogni suo aspetto.

Ormai da tempo abbiamo la possibilità di raccontarvi le gare casalinghe della Roma femminile direttamente dal Tre Fontane, e dagli spalti si ha sempre occasione di cogliere aspetti che davanti lo schermo possono sfuggire. In questo senso ci ha rubato l’occhio la prova di Saki Kumagai. Quando il pallone ce l’hanno le compagne, la centrocampista ha la tendenza a voltarsi con una frequenza di due-tre volte ogni dieci secondi per scannerizzare lo spazio intorno a lei, e capire come trarre il massimo vantaggio dalla posizione delle compagne e delle avversarie. Svelato il mistero, da oggi sappiamo cosa risponderci quando ci domanderemo: come mai Saki Kumagai non perde mai il pallone?

Erano tante le domande che avevamo prima di questa gara, sono ancora di più le risposte che questa Roma ci ha fornito. Alle avversarie servirà ben altro che una Supercoppa persa per scalfire il morale, la fiducia e la consapevolezza di questa squadra.

femmin

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