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Siamo tutti Camelia: Ceasar, cento presenze con la Roma e un legame unico con i tifosi

Cento gare con la maglia della Roma per Camelia Ceasar: una Coppa Italia, uno storico Scudetto e mille emozioni in giallorosso

Provate ad andare da una bambina che sogna di diventare una calciatrice a Roma, magari un portiere, e chiedetele chi sia il suo idolo. Se non tutte vi risponderanno Rui Patricio, il merito è di Camelia Ceasar, che sabato scorso contro il Pomigliano ha festeggiato le sue prime cento presenze in giallorosso. È stato facile per lei farsi amare, perché la numero 12 ha tutte le caratteristiche che un tifoso spera di vedere nelle calciatrici che vestono la maglia della Roma. Qualità tecnica, sicurezza, carisma. Ma anche, genuinità, empatia, amore verso il gioco del calcio e verso il gruppo.

I miracoli in Coppa Italia, con un pensiero verso il cielo

È facile immedesimarsi in Camelia. Lo sanno bene i tifosi romanisti non più giovanissimi: chissà in quanti, dopo la maledetta finale di Coppa dei Campioni del 30 maggio 1984 persa ai calci di rigore, hanno sognato nelle notti più malinconiche di poter difendere i pali della Roma in una sfida ai rigori. Ebbene, esattamente 37 anni dopo quella sciagurata gara, Ceasar è riuscita nell’impresa. Era la sera della finale di Coppa Italia, le giallorosse avevano davanti la possibilità di portare a casa il primo trofeo della storia della sezione femminile del Club.

Contro il Milan la gara è bloccata, come quasi tutte le finali è una partita certamente non bella, e si va ai calci di rigore. Camelia capisce che è arrivato anche il suo momento per scrivere la storia, e non ci pensa un attimo. Ipnotizza Vero Boquete e blocca il primo rigore della serie. Si ripeterà poi con Grimshaw, risultando dunque decisiva nella conquista della Coppa. Tutte le compagne corrono ad abbracciarla: poi, uno sguardo al cielo. Pochi mesi prima aveva perso il padre, anche lui giocatore, colui che più di tutti la aveva supportata nell’intraprendere una carriera tanto particolare, credendo in lei sin dal primo giorno.

La notte da protagonista allo Stadio Olimpico

È facile immedesimarsi in Camelia. Lo sanno bene anche i giovani che sono coetanei della numero 12 giallorossa nata nel 1997 a Bacau. I ragazzi sono cresciuti con il sogno di giocare un giorno allo Stadio Olimpico, le ragazze non avevano mai nemmeno potuto sperare di calcare un palcoscenico simile. Già, avevano, perché grazie a Ceasar e alle sue compagne, il grande velo è stato finalmente squarciato. È successo il ventuno marzo del 2023, davanti a ben 39.454 spettatori. La Roma ha affrontato le campionesse del Barcellona all’Olimpico nella gara che ha fatto registrare il più alto numero di presenti della storia del calcio femminile in Italia.

Anche qui, a difendere la porta delle giallorosse c’era lei, Camelia. Una prestazione semplicemente pazzesca, con almeno tre miracoli e un clean sheet non arrivato davvero per un soffio. Poco importa, la Roma in quella notte magica di Champions League scendeva in campo per molto di più che un passaggio di turno. Scendeva in campo per dimostrare che non ci sono limiti ai sogni, e in questo senso la serata è stata un trionfo.

Lo Scudetto vinto e un futuro tutto da scrivere

È facile immedesimarsi in Camelia anche perché è stata, è e sarà sempre il portiere del primo storico Scudetto conquistato. Non è stato il primo tricolore vinto in carriera – da ricordare anche i due campionati vinti con il Brescia – ma è sicuramente il più importante. È arrivato davanti a un pubblico straordinario, con cui la nazionale romena ha saputo costruire un rapporto tutto suo. Sono tantissimi i bambini e le bambine – torniamo al nostro discorso iniziale – che la salutano dagli spalti e che sperano di essere ricambiati. Lo sono quasi sempre, con il sorriso smagliante di una ragazza che sa bene cosa voglia dire seguire la propria strada tra le difficoltà senza mai mollare e soprattutto senza mai smettere di sognare.

Chissà quante altre avventure la vedranno ancora protagonista con la maglia della Roma, intanto il traguardo delle prime cento presenze è senz’altro da festeggiare. E poco importa se dopo la gara con il Pomigliano ha dichiarato di non essere una che dà troppo peso ai numeri e alle statistiche. Chi è nato a Roma sa che un traguardo del genere non è un semplice numero, vale molto di più. E siamo sicuri che anche lei, dopo la gara, osservando con i suoi occhi i tifosi del Tre Fontane salutarla e le compagne complimentarsi e abbracciarla, non avrà potuto fare a meno di emozionarsi. Ben in vista, uno dei suoi sorrisi. Ecco perché è facile immedesimarsi in Camelia.

 

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