Ancora una volta il Feyenoord si staglia come protagonista, come è diventato un classico negli ultimi anni, anzi, potremmo dire negli ultimi dieci anni. Come riporta Il Messaggero, c’era un tempo in cui Gervinho faceva impazzire il giocatore olandese Wilkshire e il tecnico del Feyenoord, Fred Rutten, lo sostituiva con un giovane talento che ora milita nelle fila giallorosse, Rick Karsdorp. Era febbraio del 2015, la Roma era guidata da Rudi Garcia, e Karsdorp, allora ventenne, si ritrovò ad affrontare la Roma per la prima volta in un playoff di Europa League. Gervinho segnò all’Olimpico, ma la Roma venne rimontata dal gol di Colin Kazim-Richards. Nella tumultuosa atmosfera del De Kuip, Gervinho segnò nuovamente, chiudendo il discorso dopo il vantaggio di Adem Ljajic e il pareggio di Elvis Manu. Tuttavia, questo match fu segnato anche da un atto di razzismo, con il lancio di una banana gonfiabile, un ennesimo episodio di una rivalità che sfociò anche nel danneggiamento della Fontana della Barcaccia a Roma.
Ancora una volta, Feyenoord e Roma si trovano di fronte, questa volta nei quarti di finale di Europa League. L’allenatore olandese stuzzica Mourinho, sostenendo che prima della partita di ritorno guarderà il Napoli e non i giallorossi. Dopo la vittoria e il passaggio della Roma in semifinale, Mourinho cerca il collega nel tunnel che porta agli spogliatoi e gli sussurra (per usare un eufemismo): “Respect, respect. Guarda il Napoli, ma dovresti guardare noi. Se questo è il tuo gioco, dovresti andare a casa in fretta. Guarda il Napoli e il Manchester City, ma dovresti osservare noi, rispetto”. La Roma soffre in entrambi gli incontri, ma alla fine trionfa, sulla scia della finale di Conference League dell’anno precedente. Mats Wieffer decide la gara in Olanda, costringendo la Roma a una rimonta all’Olimpico, con una partita tesa che sfocia nei supplementari. Igor Patxão pareggia la rete di Spinazzola e Dybala, nei minuti finali, regala l’extra time a Mourinho: El Shaarawy e Pellegrini umiliano nel finale gli olandesi, che tornano a casa a testa bassa. Una rivalità che continua, ora senza Mourinho, ma con De Rossi, erede di questa tensione, al suo debutto, con il peso di mantenere viva la tradizione.