La Roma di Mourinho si distingueva per la sua pragmaticità, mettendo l’accento sull’efficacia piuttosto che sull’aspetto spettacolare. Il ritorno di Smalling come titolare, dopo cinque mesi e mezzo, nella difesa a tre – ruolo in cui si sente a suo agio – ha conferito alla squadra un elemento prezioso. Mourinho aveva quasi perso le speranze di rivederlo in campo, considerandolo quasi un traditore, e alcuni tifosi ieri lo hanno fischiato.

Dybala incarna perfettamente lo spirito della Roma di Mourinho, con le sue magie che fungono da connessione tra i trequartisti e gli attaccanti. Nella partita contro il Torino, Dybala ha segnato tre gol, una prestazione eccezionale che lo ha visto coinvolto in tutti gli aspetti del gioco, sia come trequartista che come attaccante, correndo e inseguendo gli avversari fino alla fine.

Dybala è diventato il nuovo capocannoniere della Roma con 11 gol in campionato, un giocatore che logora gli avversari e che si rivela fondamentale in serate come questa. È lui l’uomo che pulisce il campo, lo dirige e lo porta in porto. La Roma supera le difficoltà, nonostante le previsioni di De Rossi.

La Roma, schierata con tre difensori centrali, ha saputo controllare gli attaccanti avversari, anticipando le loro mosse. Il gol è arrivato su calcio di rigore, calciato con perfezione da Dybala, che ha fatto sembrare Milinkovic-Savic molto piccolo. Nonostante le aspettative di una rivoluzione tattica, come quella vista contro il Frosinone, De Rossi ha optato per lo stesso approccio e la stessa formazione, ma con un ritmo diverso. Il Torino ha mostrato segni di cedimento e pressione minore, mentre la Roma ha siglato la doppietta grazie a due giocate di Dybala: la prima con un tiro dal limite dell’area, la seconda con un preciso diagonale dopo uno scambio con Lukaku, subentrato per Azmoun. Lo scrive il Messaggero.