Per l’addio al progetto di Tor di Valle la società del tycoon ceco e la famiglia dell’immobiliarista romano hanno chiesto danni multimilionari
La partita per la realizzazione dello stadio della Roma non si è conclusa. Il Campidoglio, con la delibera votata lo scorso 2021, ha ritirato, in autotultea, la “pubblica utilità” precedentemente riconosciuta la progetto di Tor di Valle. Ma così facendo ha aperto le porte ad un contenzioso legale.
Radovan Vitek e la famiglia Parnasi, com’era stato ampiamente annunciato, hanno infatti deciso di ricorrere contro la decisione del Campidoglio. Con due distinti provvedimenti presentati al Tar, il tycoon ceco ed il gruppo immobiliare romano, si sono rivolti ai giudici amministrativi per essere indennizzati degli incassi venuti meno con lo sfumare dell’operazione di Tor di Valle. Ed il conto è stato salato.
Eurnova, proprietaria del progetto del nuovo stadio della Roma ed originariamente anche dei terreni, ha chiesto al Campidoglio un risarcimento complessivamente di 32,4 milioni di euro. Ben più consistente è stata invece la somma rivendicata da CPI Spa, la società di Vitek. Il magnate ceco infatti sta chiedendo una cifra che varia tra i 260 milioni ed i 234. La differenza di importi è imputabile alla svalutazione dell’area di Tor di Valle, che avrebbe perso valore per la mancata approvazione della variante urbanistica necessaria per una zona che, il piano regolatore, destinava a campi sportivi ed a verde. Nella peggiore delle ipotesi, quindi, la somma richiesta al Comune dalle due aziende si aggira sui 291 milioni di euro.
Si legge su romatoday.it.