Dignità e amore: un’importante carico da ereditare per il successore di Ranieri
Otto anni fa salutò in fretta Roma, dopo aver sfiorato uno scudetto leggendario e non esser riuscito a mantenere il comando nella stagione successiva. Stasera si prenderà una lunga standing ovation dai 60.000 che affolleranno l’Olimpico: ha restituito dignità e autostima ad una squadra che aveva perso entrambi, sposando una linea comunicativa netta e senza filtri.
La bomba gli è esplosa in mano quando ha saputo, la sera del 13 maggio, che la società non avrebbe rinnovato il contratto di De Rossi e così ha commentato il fatto: “È stato un fulmine a ciel sereno, sia per me sia per lui“. Altrettanto chiaro è stato nelle scelte, cambiando Olsen con Mirante e mettendo da parte Schick nonostante ci avesse puntato fortemente all’inizio.
Ci ha messo poi la faccia nei giorni della contestazione. Al suo successore ora sta il compito di ereditare tanto amore.