Stasera l’ultima gara di De Rossi in giallorosso
Carlo Zampa, giornalista e storico speaker dello Stadio Olimpico, ha detto la sua sull’addio di De Rossi alla maglia della Roma:
“Il bello è lasciare un segno…“. Questo c’era scritto nell’immagine che Daniele De Rossi ha messo sul suo stato di Whatsapp mercoledì scorso con il figlio Noah con la maglia del papà che scriveva probabilmente il suo nome su un poster firmato da centinaia di tifosi.
Si pensava che con Totti si fosse toccato il fondo e che non si sarebbero ripetuti gli stessi errori, ma con De Rossi il proprietario della Roma è riuscito a fare anche peggio. In fin dei conti è un imprenditore che odia il calcio e che ha come unico scopo quello di costruire lo stadio. L’ambiente romanista ha dato un credito quasi incondizionato alla nuova proprietà. L’illusione però è durata poco e domenica per Roma-Parma la contestazione si sovrapporrà all’amorevole saluto che abbraccerà di passione Daniele.
De Rossi, invece, avrebbe meritato solo un pubblico commosso e appassionato, con una società che avrebbe dovuto accompagnarlo con delicatezza e totale gratitudine. Ma Pallotta non è il presidente dell’AS Roma, è solo il proprietario dell’azienda Roma che si nutre dell’aria mefitica di Trigoria. E allora lasci ai tifosi l’onere (per noi un onore) di stringere Daniele al nostro cuore gonfio di pianto, con la promessa di riaccoglierlo tra la sua gente al più presto, magari da allenatore, dopo che il proprietario avrà compiuto la sua speculazione.