Il nuovo direttore sportivo si presenta in una lunga conferenza stampa. Dagli obiettivi di mercato, al gap con le altre squadre da risanare
Gianluca Petrachi ha parlato ieri per la prima volta da nuovo direttore sportivo della Roma. E lo ha fatto presentandosi in maniera chiara, concreta, senza lasciare nulla al caso. Tanti i temi trattati, dal mercato al futuro della squadra. Poche le parole di elogio, spese solamente per Fonseca, vero asso nella manica per la Roma, secondo Petrachi. Non ha voluto nemmeno parlare più di tanto del suo amico e collega Antonio Conte: il gap tra Roma e Inter c’è, e va colmato.
Ma parlando di gap, Petrachi non si nasconde. “Le ambizioni ce l’ho e vorrei lasciare il segno, ma qui occorre rimettere le fondamenta. Bisogna essere anche un po’ realisti. Oggi la Roma è all’anno zero. Deve ripartire con dei valori e dei principi. Gente che viene con la pancia piena o pensa solo al dio denaro non la voglio. La Roma non è una succursale, chi viene deve farlo con entusiasmo. Porterò disciplina e senso di appartenenza”. Quello che Dzeko sembra non avere più. “Non è che uno si mette d’accordo con un’altra squadra e ci ricatta. Se non ha gli stimoli giusti, porta una squadra che offre il grano (20 milioni, ndr) e poi può andare. Non mi piace essere preso per la gola e non mi interessa che abbia raggiunto un accordo. Non ci faremo strozzare da nessuno”. L’obiettivo numero uno allora per il neo dirigente giallorosso è Higuain: “Chi lo discute è un pazzo. Ora può avere perso un po’ di autostima, ma di sicuro potrebbe far comodo. Se si aprisse qualcosa, deve essere lui a crederci. Per ritrovare il vero Higuain non ci sarebbe niente di meglio della Roma. Potrebbe seguire le orme di Batistuta, che qui ha lasciato un segno indelebile”.