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Il Messaggero, “L’amaro del capo”

La lunga conferenza stampa del nuovo ds, ha presentato ai tifosi un carattere ruvido e diretto. Tanti i temi trattati: dal mercato al futuro della Roma

Gianluca Petrachi si presenta a Trigoria. Non ride quasi mai, si definisce un “direttore sportivo da campo” e sostiene che non parlerà con i giornalisti. I tifosi vengono definiti tra i migliori , “quelli che ti fanno venire la pelle d’oca anche da avversario”. Petrachi parla molto e non risparmia nessuno: Dzeko, Baldini, Barella, El Shaarawy, Zaniolo, Florenzi, Higuain e Icardi. Chiarisce la posizione di Baldini, consigliere del presidente: “Lui mi ha proposto, ma sono stato chiaro: non transigo sulle scelte. La società mi deve dire possiamo o non possiamo fare questa spesa, ma sul discorso tecnico sono io a prendere la decisione e la responsabilità degli acquisti, non ho un budget. Non sarà Franco Baldini a condizionarmi. Lui può essere una risorsa. Serve collaborazione: se non dovesse andare così non sarò più seduto su questa sedia”.

Petrachi, non sembra uno che accetta compromessi. Ma uno, forse, l’ha dovuto accettare, quando ha parlato del suo amico Antonio Conte, che ha provato a portare a Roma. “Antonio vuole vincere subito e ha visto nell’Inter una squadra più pronta. Gli ho solo detto che farlo a Roma sarebbe stato bellissimo“. Poi ancora, “Bisogna essere realisti, sarei stupido se parlassi di vittorie. La Roma è all’anno zero, bisogna costruire. I miei colleghi mi dicevano: ma che vai a fare alla Roma? Mi piacciono le sfide, rispondevo. Questa è una squadra che deve ripartire con dei valori e nuovi principi. I giocatori devono avere qualità morali, non pensare solo al dio denaro o ad avere la pancia piena. Io scelgo prima gli uomini poi i calciatori. La Roma non è una succursale, chi viene a Roma deve avere entusiasmo”. Lascia intendere che gli piacciono Higuain Icardi, ma anche che la Roma dovrà ripartire dai giovani e non solo. Poi l’uscita su Dzeko e l’elogio a Diawara: “Non deve passare il messaggio che uno si sveglia il mattino, decide di andar via e ci ricatta. Non mi piace essere preso per la gola. Non mi interessa se un giocatore ha raggiunto un accordo con un’altra società, non deve pensare di stare a casa sua, non è il padrone. Diawara mi ha chiamato e mi ha detto che è pronto a non fare le vacanze per fare il ritiro. Questo è il senso di appartenenza e entusiasmo che voglio ritrovare in ogni giocatore. Higuain? Se vuole riemergere, la squadra migliore per farlo è la Roma. Qui potrebbe seguire le orme di Batistuta”.

Su Barella invece: “Era contento di venire alla Roma, poi c’è stato l’addio di Monchi e si è perso tempo per chiudere. Si è inserita l’Inter e ha fatto la sua proposta e Conte, che è molto bravo a motivare i giocatori, lo ha chiamato. Io non ho mai cercato Barella. È il Cagliari che ha cercato la Roma dicendo che l’Inter traccheggiava. Per me era già difficile da prima: il giocatore vuole andare a Milano. Per me è un capitalo chiuso”. Non versa parole dolcissime per Zaniolo che “ha avuto un grande exploit, ma non ha avuto un buon fine di campionato. Qui si fa presto a creare dei miti, io amo la concretezza, Nicolò ha le qualità per arrivare al top. Se le mette in mostra sarà il fiore all’occhiello, ma deve stare con i piedi per terra perché a questa età si fa presto a perdere il senso della ragione. Nell’ultimo periodo ha smarrito questi concetti, e quando tornerà ci parlerò. L’importante è che capisca che deve migliorare e che ancora non ha fatto nulla”. In linea con quanto dice su El Shaarawy. “Mi piacerebbe se restasse, c’è la volontà di rinnovargli il contratto, poi non bisogna strafare: io non posso competere con la Cina. Se vuole restare cercherò di accontentarlo, se invece vuole andare io non lo trattengo”. Infine il messaggio su Florenzi:  “È il capitano, il senso di appartenenza deve essere in ognuno di noi. I giocatori lo devono dimostrare con i fatti non con le chiacchiere. Ho visto giocatori che facevano un gol, baciavano la maglia e poi dicevano che non vedevano l’ora di andarsene. Per me esiste solo la Roma, se vedo che qualcuno fa il fenomeno non avrà vita lunga qui»

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