La ragazza iraniana è morta a seguito delle ustioni auto inflitte dopo essere stata arrestata per aver assistito ad una partita di calcio
E’ morta oggi Sahar Khodayari, la 29enne iraniana che nei giorni scorsi si era data fuoco davanti a un tribunale di Teheran per protestare contro il divieto per le donne di entrare negli stadi. La ragazza, divenuta famosa con il soprannome di “Blue girl“, era stata arrestata nel marzo scorso per aver assistito al match dell’Estghlal, allenata dal tecnico italiano Andrea Stramaccioni, contro l’Al Ain, club degli Emirati Arabi Uniti. In Iran l’ingresso delle donne negli stadi è vietato, pena la galera.
1/ Yesterday a girl set herself on fire! Her name is Sahar.
Sahar is 22 years old and her crime is entering the stadium to watch the game by the team she loves. Women in Iran are not allowed to enter the stadiums and watch the matches.? pic.twitter.com/09TV8e9omR— Maryam shariatmadari (@Maryamshariatm) September 4, 2019
In seguito è stata rilasciata su cauzione, ma quando si è recata in procura il primo settembre per riavere il suo cellulare, le è stato detto che avrebbe dovuto scontare una condanna a sei mesi per oltraggio al pudore. Sconvolta, si è versata benzina addosso e si è data fuoco procurandosi ustioni di terzo grado nel 90 per cento del corpo. La Roma, tramite il proprio profilo ufficiale di Twitter in lingua inglese, si unisce al cordoglio della tragica morte, dipingendo lo stemma di giallo e blu.
#ASRoma is yellow & red but today our heart bleeds blue for Sahar Khodayari. The beautiful game is meant to unite us, not divide us – that’s why we set up @ASRoma_Persian last year. Now it’s time for everyone in Iran to be allowed to enjoy football matches together. RIP #BlueGirl pic.twitter.com/twB6KDvkJS
— AS Roma English (@ASRomaEN) September 10, 2019