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Marelli: “Massa non mi è piaciuto ma le scelte son giuste. Inaccettabili le parole di Petrachi”

L’ex arbitro di Serie A ha commentato la gara della Roma di ieri nel suo blog, criticando aspramente l’operato dell’arbitro Massa

L’operato di Massa in Roma-Cagliari crea polemica, anche il giorno dopo. La gestione della partita da parte del fischietto di Imperia ha sollevato un vero e proprio polverone, visti anche i provvedimenti presi dallo stesso giudice di gara al termine della partita. Sul caso ne ha scritto sul suo blog anche Luca Marelli, ex arbitro di Serie A:

“Massa non mi è piaciuto. Non so che cosa gli succeda in Italia ma è totalmente un altro arbitro rispetto a quello che vediamo in Europa. Oggi è uscito tra mille polemiche (e, probabilmente, tra molti insulti sui quali presenterà il conto il Giudice Sportivo martedì prossimo che, a sensazione, non andrà leggero con uno dei preparatori atletici della società) dopo una direzione per nulla convincente. Il paradosso è che le polemiche si sono concentrate su un episodio gestito in modo pessimo ma deciso correttamente”.

L’ex giudice di gara analizza poi tutte le situazioni che hanno portato la partita in un clima di tensione unico. Primo fra tutti, il fallo di Cigarini su Diawara, a detta dell’arbitro “molto poco simpatico. A mio parere il cartellino rosso sarebbe stato decisamente più adeguato”.

Poi si arriva al fallo di Diawara su Joao Pedro, da cui verrà innescata l’azione che porterà al rigore per il Cagliari: “Toccare il pallone non vale come una sorta di salvacondotto per qualsiasi contrasto. Non vi è dubbio che Diawara colpisca ANCHE il pallone ma è altrettanto indubbio che il centrocampista della Roma sgambetti l’avversario nel tentativo di strappargli il pallone. Il fallo c’è tutto”. Si passa quindi all’azione che porta al rigore concesso al Cagliari. Anche in questo caso per Marelli non c’è dubbio: “Smalling tenta di allontanare il pallone dall’area ma lo manca completamente (al limite lo sfiora impercettibilmente). Lo stesso pallone si impenna ed incoccia nel braccio destro di Mancini che appare visivamente altissimo, largo, in posizione ampiamente innaturale. Per quale motivo Massa ha deciso di non fischiare? Non credo che non l’abbia visto, sarebbe grave trovarsi a cinque metri e non notare questa palese irregolarità.
Dopo pochi secondi è il VAR Nasca a richiamare l’attenzione di Massa, consigliandogli una “on field review“. Review che dura pochi secondi e si conclude neoellenico modo possibile: calcio di rigore. Decisione sulla quale i dubbi sono pressoché nulli ma rimane il fatto che un episodio del genere deve essere rilevato in campo.”

Infine il gol di Kalinic annullato: “Subito dopo la segnatura della rete non si capisce assolutamente nulla di quel che l’arbitro ha deciso: fischia nettamente in ritardo, non segnala niente, si accerta solo delle condizioni di Pisacane rimasto a terra e che finirà la sua gara su una barella, impossibilitato a proseguire.
Quel che non va di questo episodio non è tanto la decisione finale assunta quanto tutto l’atteggiamento dell’arbitro. In un primo momento pare convalidare la rete poi, su segnalazione dell’assistente Tegoni, annulla la segnatura assegnando un calcio di punizione al Cagliari. Ad una serie di imprecisioni nella gestione ne aggiunge un’altra, arbitralmente molto grave: in mezzo al gruppo dei calciatori della Roma estrae il cartellino giallo che poi riporrà nel taschino senza ammonire nessuno. Atteggiamento che non ha scusanti perché sembra un gesto di minaccia poi non seguito da alcuna notifica. Non è un comportamento accettabile nelle categorie provinciali, figuriamoci in Serie A”.

Marelli conclude la sua disamina criticando anche le parole del direttore sportivo giallorosso Gianluca Petrachi: “Non ho alcuna intenzione di scagliarmi contro il dirigente della Roma (professionista, peraltro, di grande qualità) ma le dichiarazioni rilasciate a fine partita sono inaccettabili per forma, durezza e toni. Un comportamento del genere non può rimanere impunito e mi auguro che la Procura Federale non lasci passare il tutto “in cavalleria”: significherebbe autorizzare chiunque a dire quel che vuole. La prossima volta è consigliabile rilassarsi una mezz’oretta in più, riacquistare un minimo di calma e poi presentarsi per le interviste di rito, onde evitare di proferire (troppe) parole fuori luogo”.

QUI L’ARTICOLO INTEGRALE

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