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Lo scudetto come unica priorità: l’immagine della Lazio demolita dall’emergenza COVID-19

Lotito contro tutti, Tare invoca il rispetto ai morti e Diaconale fa ricorso al “rifiuto del conformismo” per vedere la Lazio trionfare legittimamente in campo

80.572 positivi (contagi di nuovo in aumento), 13.155 vittime (che continuano ad aggirarsi stabilmente sulle 750-850 al giorno). In questo drammatico scenario c’è chi ancora pensa al calcio come un’urgenza, una priorità assoluta e il club mediaticamente più esposto ed agguerrito è proprio la Lazio del presidente Claudio Lotito.

Da quando è iniziata la quarantena imposta dal governo Conte, non sono mancate le brutte figure da parte del mondo del calcio (come anche sottolineato dal presidente del CONI Malagò). Ma il pressing a tutto campo del club biancoceleste, per ritornare al più presto sui campi da gioco, sta facendo storcere il naso all’intero panorama calcistico italiano: dai tifosi ai presidenti sino al governo.
Attraverso le dichiarazioni dei protagonisti biancocelesti, ripercorriamo le date, le dichiarazioni e i punti di vista proclamati da tre dei volti più autorevoli del mondo laziale, dall’inizio dell’emergenza coronavirus sino al decreto del Premier Giuseppe Conte che ha bloccato le sedute d’allenamento delle società sportive.

1. Claudio Lotito. L’inizio della battaglia: no allo stop e agli stadi a porte chiuse. Lo scontro con Agnelli

Il 5 marzo 2020, il quotidiano La Repubblica ha sottolineato la contrarietà del presidente Claudio Lotito ad un’iniziale proposta di giocare a porte chiuse, esprimendo la volontà di affidare ai prefetti la scelta sugli stadi da chiudere. Questo per evitare di non poter giocare davanti ai propri tifosi. Il 14 marzo 2020 il presidente Lotito si è scontrato in Lega Calcio con diversi altri club. Il patron biancoceleste sosteneva che gli allenamenti non fossero vietati da portare avanti. Piccata la risposta di Agnelli: “Pensi più alla classifica che alla salute dei tuoi giocatori“.

Il presidente della Lazio ha quindi provato a votare in Lega Calcio la ripresa degli allenamenti anticipata, ma le votazioni sono terminate con 19 voti contrari e 1 favorevole: il suo. Il botta e risposta con Agnelli continua anche nelle riunioni seguenti. Lotito, come riportato anche da Tuttosport il 25 marzo 2020, avrebbe detto: “Avete visto i dati? Oh, se sta a ritirà! Ma poi lo so: io parlo coi medici, quelli che stanno in prima linea, no co’ quelli delle squadre…”. A tale affermazione è arrivata la reazione di Agnelli: “Eh, certo: ora sei diventato anche un esperto virologo”.

Il Caos della Lega e lo scontro con Marotta, Cairo e Cellino

Ma lo scontro di quel giorno si è esteso anche ad altri club, come ad esempio con l’Inter e Beppe Marotta, con il Torino e Urbano Cairo e con il Brescia di Cellino. Nel video della riunione della Lega del 25 marzo, come riportato il giorno seguente da Il Corriere della Sera, Lotito, questa volta si è scagliato contro l’ad dell’Inter Beppe Marotta:A te che te ne frega, tanto hai già mandato via tutta la squadra“. Ma il dirigente nerazzurro ha continuato a tenere la linea consigliata dai medici: non ricominciare gli allenamenti.

Le richieste avanzate da Claudio Lotito non hanno riscosso nemmeno le simpatie di Urbano Cairo, che duramente ha commentato: “Dire ‘la mia regione non ha problemi’ con una situazione così in evoluzione è una frase infelice. Poi esplode il virus a Fondi e allora?”. Per poi rincarare la dose puntando il dito anche contro il Napoli di De Laurentiis, unica spalla forte del patron biancoceleste in questa battaglia sulla ripresa degli allenamenti: “Ci sono almeno 16 società che non la pensano così. Perché allenarsi? Immagino per interessi sportivi, forse per avvantaggiarsi nella preparazione“.

Agguerrito infine il patron del Brescia Massimo Cellino, che di ripresa degli allenamenti proprio non ne vuole sentire e attacca Lotito: “Ma quale ripresa, ma quale stagione da concludere, io penso all’anno prossimo solo a quello. La coppa, lo Scudetto… Lotito lo vuole, se lo prenda. è convinto di avere una squadra imbattibile, lasciamogli questa idea”. In seguito, Cellino chiarisce la propria posizione: “La chiusura del calcio è indispensabile. Abbiamo forse bisogno che ce lo dica il Ministro? Dico solo questo: questa stagione è andata, speriamo di riuscire a rigiocare la prossima stagione, sarebbe già una bella cosa“. E quando gli si fa presente che con il congelamento del campionato il Brescia sarebbe salvo replica: “Me l’ha urlato Lotito l’altro giorno: “tu non vuoi giocare per salvarti”. Da che pulpito, lui che fa fuoco e fiamme perchè pensa di vincere lo scudetto. A me di retrocedere non frega nulla: finora ce lo siamo meritato e anche io ho le mie colpe. Faccio un discorso generale.”

2. Igli Tare e “il giocare per rispetto dei morti”

“Si pensa all’annullamento della Serie A? La stagione deve essere terminata. Il campionato deve andare avanti per rispetto delle morti di tutti i tifosi. Non è un tempo maturo per decidere la cancellazione. Il numero di persone infette sta diminuendo e interrompere la stagione sarebbe ingiusto”. Queste le parole del direttore sportivo biancoceleste Igli Tare rilasciate a Il Corriere dello Sport.

Il ds Tare, oltre ad aver sbagliato previsioni riguardo il numeri dei contagiati dal covid-19, visto che – dati alla mano – i contagi sono nuovamente cresciuti nelle ultime 24 ore di poco meno di 3.000 casi, ha evidentemente travalicato il confine del cattivo gusto, causando lo sdegno dei lettori e dei tifosi di tutt’Italia (come si può vedere nei commenti della sua intervista pubblicata sui social, qui di seguito consultabili).

? “La Serie A deve andare avanti per rispetto delle morti”
⚽ Lo dice il direttore sportivo della Lazio Tare
? Queste le sue parole

Pubblicato da SiamolaRoma.it su Martedì 31 marzo 2020

Piuttosto, in un momento come questo, anche semplicemente per garantire la salute stessa dei propri tesserati, sarebbe opportuno fermarsi e rispettare il decreto governativo sintetizzabile il più banalmente possibile in “state tutti a casa”.

3. Diaconale, il portavoce di Lotito. Dichiarazioni a titolo personale tra anticonformismo e calcio degli interessi

Arturo Diaconale, giornalista e direttore del quotidiano L’Opinione, nonché portavoce del presidente Claudio Lotito, ha più volte pubblicato e rimarcato la necessità di tornare di tornare sui campi da gioco parlando di pregiudizi ingiustificati nei confronti della Lazio e del patron biancoceleste.

TACCUINO BIANCOCELESTE

Cosa me lo fa fare

“Ma chi te lo fa fare?”. Molti amici mi rivolgono questa domanda registrando…

Pubblicato da Arturo Diaconale su Lunedì 30 marzo 2020

Diaconale ha sottolineato, in uno dei suoi ultimi interventi, che l’interesse della Lazio “non è la pretesa di vincere lo scudetto a tavolino, ma solo dalla speranza di poterlo conquistare sul campo e per rilevare come questo interesse abbia la stessa legittimità di quello di chi vorrebbe annullare il campionato in corso o per avere lo scudetto d’ufficio e potersi dedicare solo alla Champions o per evitare una rovinosa retrocessione…”. Tale punto di vista, assolutamente legittimo, è giustificato, in apertura (oltre che dai motivi pocanzi citati), con l’anti-conformismo. Si legge: “Negli anni più formativi ho avuto la fortuna di lavorare nel giornale diretto da Indro Montanelli e di crescere nel rifiuto dell’omologazione, del conformismo e nel culto dell’opinione controcorrente”.

Ma anticonformismo rispetto a cosa? L’omologazione e il conformismo in questa faccenda sarebbero semplicemente relativi all’adattarsi alla volontà della maggior parte degli esponenti del calcio italiano di sospendere il campionato. Che, ricordiamo ai lettori, è attualmente l’unico scenario plausibile sino al superamento totale dell’emergenza come più volte sottolineato dal presidente della Lega Serie A Dal Pino; dal presidente dell’AIC Damiano Tommasi e dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte con il nuovo decreto del primo aprile. Proprio perché i dati, al contrario di quanto sostenuto da Tare, e le parole del Presidente del Consiglio stesse, sottolineano la necessità di “non abbassare la guardia” e impongono al calcio italiano uno stop che andrà ben oltre il mese di aprile.

“Il presidente Lotito non si farà imbrogliare”

Ma andando a ritroso nel tempo, Arturo Diaconale stesso indicava, sempre tra le proprie pagine social, che: “Di certo ci sono due evidenze. Da un lato la ferma volontà della società, della squadra e di tutti i tifosi di pretendere la regolarità del torneo scongiurando il rischio di ripetere il 1915. Anzi, di battersi fino in fondo per fare in modo che nel 2020 si possa festeggiare non uno ma due scudetti (si fa riferimento nello stesso post allo scudetto del 1915, ndr): quello antico e quello presente! Dall’altro la consapevolezza che non sarà facile imbrogliare il Presidente Claudio Lotito da parte di ministri demagoghi e dirigenti irresponsabili che non capiscono come fermare il campionato significherebbe far saltare tutti i diritti televisivi e condannare al fallimento la gran parte delle società calcistiche italiane!“.

“Preciso interesse a bloccare tutto: competizione ed allenamenti”

Il rifiuto all’omologazione del portavoce di Claudio Lotito era, infatti, già chiaro qualche giorno prima, quando – sempre sulla propria pagina facebook – ha spiegato che:

Ciò che viene presentato, con il contorno dei soliti pregiudizi, è l’idea che l’esplosione del virus abbia prodotto una sorta di divisione tra buoni e cattivi tra i dirigenti delle società calcistiche italiane. Da un lato quelli che si fanno carico del problema generale della tutela della salute del pubblico e di quello particolare della tutela della salute dei giocatori, cioè i buoni. E dall’altro i cattivi rappresentati da chi, pur nella consapevolezza della gravità dei due problemi, bada esclusivamente ai propri limitati interessi di bottega.

“Da un lato, quindi, il rispetto per l’interesse generale del Paese, dall’altro l’egoismo di privilegiare sempre e comunque il proprio “particulare” – sottolineando poi – “dietro i presunti virtuosi si nasconde il preciso interesse a bloccare tutto, competizione ed allenamenti, per arrivare ad annullare il Campionato. O per cristallizzare la classifica del momento (Juventus sopra la Lazio per un punto) o per dare una conclusione al campionato con quella soluzione play-off e play-out che potrebbe offrire una occasione di salvataggio della stagione alle squadre che nel 19/20 hanno deluso (qualcuno vorrebbe il play-off non a quattro, neppure a sei ma addirittura a dodici)”.

4. Il nuovo dpcm del primo aprile 2020: “Stop agli allenamenti” 

In diretta da Palazzo Chigi

Pubblicato da Giuseppe Conte su Mercoledì 1 aprile 2020

A porre fine alle polemiche sull’inizio degli allenamenti da parte delle società sportive è servito l’intervento del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il nuovo decreto: “onde evitare che delle società sportive possano pretendere l’esecuzione di una prestazione sportiva anche nella forma di un allenamento. Ovviamente gli atleti non significa che non potranno piu’ allenarsi: non lo faranno in maniera collettiva ma individuale”. Dunque, niente allenamenti anticipati per i biancocelesti come voleva Lotito, pronto a portare in ritiro la Lazio nonostante la piena emergenza che il paese sta attraversando in questi giorni e il rifiuto degli altri club e, in alcuni casi, dei calciatori stessi.

Il calcio è una priorità in questo momento?

Dichiarazioni e prese di posizioni impopolari, aggravate da una situazione che sta colpendo sempre più famiglie e che vede aumentare il numero dei decessi e dei contagi giorno dopo giorno. Il calcio è davvero una priorità? E’ giusto giocare in un momento così tragico? Sono solo dubbi frutto di morale, retorica ed ipocrisia o anche semplicemente parlare di pallone diventa effettivamente pesante e poco godibile?

Domande che evidentemente non tormentano tutti. Il calcio chiaramente dovrà prima o poi riniziare anche per terminare la stagione in corso. Quando? Non lo sappiamo e non può essere deciso finché l’emergenza non sarà effettivamente terminata. Qualora il calenadrio della prossima stagione rischi di esser messo in discussione, un esempio giunge dal Belgio dove il campionato è stato dichiarato concluso in anticipo. Nel loro caso, con assegnazione dei titoli in base alla classifica attuale, ma siamo certi che un titolo, attualmente nelle mani della Juventus, non sia poi così importante a fronte della salute dei propri tifosi e delle loro famiglie, dei propri calciatori e delle loro famiglie.

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