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Prof. Viezza (responsabile cardiologia Sacco di Milano): “Ad agosto potremmo uscirne, se non commettiamo errori”

Le parole del medico: “Se non si usa la mascherina è un disastro,  fuori bisogna metterle. I dati raccolti dalla Protezione Civile servono a poco”

Il professor Maurizio Viezza, responsabile del reparto di cardiologia dell’ospedale Sacco di Milano, è intervenuto ai microfoni dell’emittente Teleradiostereo :

Lei è da tantissimo tempo in prima linea: a che punto siamo arrivati in Lombardia?
Siamo in una fase più tranquilla. L’apertura dei nuovi posti letto ha permesso di far respirare un po’ anche le altre strutture di Milano o di Bergamo. C’è un’attività meno convulsa, sembra esserci la quiete dopo la tempesta, anche se non dobbiamo abbassare la guardia. La gente deve continuare ad andare in giro con le mascherine, ma a Roma dicono il contrario.

E’ una discussione che va avanti da tempo questa sulle mascherine.
Si è sottovalutata la questione, ci sono i cosiddetti portatori sani, che senza sapere che ce l’hanno lo portano in giro. Se non si usa la mascherina è un disastro, piano piano ora tutte le Regioni raddoppieranno le mascherine, ormai si va per proprio conto, si ascolta meno quanto si dice a Roma.

Abbiamo perso tempo?
Si. La pandemia, se continua cosi, possiamo dichiararla conclusa a metà agosto, ma se non si presterà attenzione, se si abbasserà la guardia, allora potremmo arrivare fino a Natale.

Noi ci occupiamo di calcio: che conseguenze può avere su uno sportivo?
C’è molta confusione. C’è un’importante variabilità del virus, non sappiamo ancora che differenza può esserci tra un paziente e l’altro. Le fasce d’età? Una stupidaggine, perché il Covid colpisce tutti, dagli anziani ai bimbi. Questi ultimi possono diventare portatori sani, senza ammalarsi, e possono portare in giro il virus con cui infettano magari i nonni. La mortalità è un discorso diverso, non c’entra nulla col concetto di contagio a cui stiamo facendo riferimento. La contagiosità è uguale per tutti.

I medici sono considerati eroi, ma quant’è tutelata la vostra categoria?
Questo tsunami ci ha colpiti impreparati, ma a distanza di due mesi ancora molti medici e infermieri non hanno avuto dispositivi di protezione, questo è inaccettabile, infatti guardati i morti: 80 medici morti non sono pochi e sicuramente ne verranno a mancare altri.

Lei ha parlato di Ferragosto come possibile vittoria sulla pandemia.
Si, perché ci sono una serie di calcoli che ci dicono che potremmo arrivare a quel periodo, ammesso che non si sbagli più. Se tutto va bene potremmo tornare alla vita normale, però, a fine anno.

Per quanto concerne la cura?
Non c’è al momento. Non ci sono farmaci che contrastano il virus, non esistono, non è stato dimostrato.

Lei sta comunicando tantissimo sul suo account Facebook per informare.
Ho cercato di spiegare alla gente cosa fare quando si entra in casa, perché le persone sono disorientate. Ci dovevano essere delle indicazioni precise, ma questo non è stato fatto. Al supermercato c’è ancora chi entra senza mascherine… Perché i politici escono dal Parlamento con le mascherine e non dicono alla gente di indossarle? In casa è un discorso, non servono, ma fuori bisogna metterle. Anche la raccolta dei dati è un pasticcio: a chi vengono fatti i tamponi? Dove? L’unico dato che può interessare sarebbe quello sulle terapie intensive, anche quando si parla di morti, sono numeri che provengono da pazienti ricoverati in precedenza. Alle 18 credo non sarebbe sbagliato non ascoltare la conferenza della Protezione Civile.

Quanto cambierà nell’assunzione?
Sono 20 anni che diciamo che dobbiamo avere più medici, solo adesso ce ne stiamo accorgendo. Per costruire un medico ci vuole un decennio tra università e specializzazione, non si può pensare che i dottori crescano come funghi. Come sanità pubblica, siamo stati troppo penalizzati in questi anni. Bisognerebbe dar retta ai medici, parlare con chi fa questo lavoro.

Come si può giudicare il sistema italiano nel contrasto al Coronavirus?
Fallimentare. Nessuno vuole speculare, non è possibile però che dopo due mesi stiamo parlando ancora di mancanze all’interno delle nostre struttura, mi sembra una follia. Un mio aiuto lavora in Cina a 2500 km da Wuhan, ma mi raccontava di controlli serrati e tutte le persone con le mascherine. Quando il governo cinese ha deciso di chiudere, tutti si sono adeguati, senza se e senza ma. A Milano ci stanno 30mila cinesi, sono tutti spariti, non li vedi più o se ne vedi uno, lo trovi con la mascherina.

Ogni volta che usciamo dunque dobbiamo mettere la mascherina?
Se lei prende senza mascherina un ascensore dove pochi secondi prima uno ci ha starnutito dentro, poi cosa succede? E’ fondamentale uscire con la mascherina, anche per fare pochi metri.

A cosa si può imputare la lentezza governativa di prendere decisione che poi hanno seguito nell’immediato?
All’impreparazione e poi ad altri fattori, ma ce lo dovrebbero spiegare loro a Roma. Ripeto, Regioni e Governo stanno andando in direzioni diverse, allora la domanda che mi faccio è chi sta sbagliando?  Il Governo non può dire che la mascherina non serve e la Regione, allo stesso tempo, la rende obbligatoria, non è possibile. Si parla del metro che spesso non viene rispettato, ma l’utilità reale è la mascherina, che va usata correttamente.

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