La situazione del difensore giallorosso non è ancora risolta
Mistero Smalling. Si è fermato oltre un mese fa, sette marzo, vittoria casalinga contro il Genoa firmata da Mancini.
Da quel momento il suo nome è comparso soltanto sul report quotidiano stilato dai medici. Si è parlato inizialmente di un antico problema al ginocchio con cui l’inglese è costretto a convivere da tempo, per poi scoprire che oltre al ginocchio c’è stato anche un problema muscolare, conseguenza probabilmente della postura non corretta a causa del guaio al ginocchio.
La situazione di Smalling, a distanza di oltre un mese dal suo stop, non si può ancora definire risolta. Ce lo ha detto Fonseca nella conferenza stampa della vigilia della gara di ieri contro il Bologna, quando il tecnico portoghese con il suo solito, invidiabile, candore alla platea ha spiegato che sarà molto difficile avere a disposizione il difensore inglese anche per la decisiva sfida di giovedì prossimo contro l’Ajax. Ci sono, insomma, tutti i presupposti per preoccuparsi.
Con Smalling, come per qualsiasi altro giocatore, non c’è nessuna intenzione di rischiare e che tornerà in campo solo quando la parola rischio non potrà essere associata al suo utilizzo. Tra l’altro è lo stesso giocatore che ai medici e al tecnico ha detto di non sentirsi ancora a posto e che preferisce attendere una condizione migliore. Si sta aspettando, ci hanno spiegato, che fino in fondo facciano effetti i fattori di crescita a cui l’inglese si è sottoposto nelle due settimane di sosta. Accompagnato dal medico della Roma, Smalling è stato a Barcellona per tre giorni dal professor Cugat e, insieme, si è deciso di fare i fattori di crescita. Lo riporta “Il Romanista”.