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Sarri verso la panchina giallorossa: ecco cosa aspettarsi dalla sua Roma

Il tecnico toscano sembra essere la scelta dei Friedkin per la panchina della prossima stagione

L’ingresso nel mondo del calcio di Maurizio Sarri è una di quelle favole da raccontare ai propri nipoti. Una carriera da dipendente di banca fino all’età di quarant’anni, con il calcio che rappresenta una passione da coltivare ma non certo di primaria importanza. Poi, alle porte del nuovo millennio, arriva la svolta: Sarri decide di lasciare la carriera lavorativa e dedicarsi completamente al calcio, partendo dalla Serie C2 con il Tegoleto. Ma la fama è ancora lontana, dovrà aspettare 15 anni per raggiungere la Serie A, che arriverà con l’Empoli grazie ad un calcio innovativo e che regala spettacolo al pubblico toscano. La prima stagione in A sorprende tutti: i grandi club notano l’esordiente allenatore, nonostante la carta d’identità non faccia pensare ad una carriera (perlomeno ad alti livelli) praticamente appena iniziata. Alla fine De Laurentiis riesce a portarlo a Napoli, per iniziare un nuovo progetto tecnico dopo l’addio di Rafa Benitez. Le tre stagioni all’ombra del Vesuvio sono sensazionali: non sono arrivati trofei, ma il calcio del Napoli di Sarri ha incantato l’Italia e l’Europa per un triennio, addirittura fu coniato il termine “Sarrismo” per identificare lo stile di gioco espresso dei partenopei. Gli azzurri sotto la sua guida hanno fatto il record di punti (91 nella stagione 2017-2018), avvicinandosi più degli altri, assieme alla Roma l’anno prima che chiuse a 4 punti dai bianconeri, a contendere il campionato alla Juventus.

Il cambio di rotta voluto da De Laurentiis nel 2018 con l’approdo di Ancelotti a Napoli, portò Sarri a lasciare l’Italia direzione Londra, dove assunse la guida del Chelsea. In una stagione difficile e di ambientamento, riuscì ad arrivare al terzo posto in Premier e, soprattutto, a vincere l’Europa League nella finale tutta londinese contro l’Arsenal. L’esperienza oltremanica durò solo una stagione, e nell’estate successiva Sarri fu scelto dalla Juventus per sostituire proprio Allegri con l’obiettivo di portare un calcio più spettacolare a Torino. Tra mille polemiche e difficoltà di gestione, Sarri conquista a fatica il nono scudetto consecutivo dei bianconeri (primo della sua carriera), ma l’eliminazione agli ottavi di Champions contro il Lione gli costa l’esonero.

Se dici Sarri dici 4-3-3, modulo con il quale l’allenatore toscano ha incantato Napoli e l’intera Serie A. Il calcio del tecnico toscano prevede un possesso palla nella metà campo avversaria volto ad aspettare il momento giusto e trovare gli spazi per far male all’avversario. Ritmi alti, scambi veloci, movimenti coordinati sono le parole d’ordine per la costruzione di quel gioco spumeggiante che ha proposto Sarri, soprattutto tra Empoli e Napoli. La grande organizzazione tattica e la maniacale attenzione al dettaglio erano la forza dei partenopei, basti pensare a quanti gol abbiamo visto fare a Callejon su lancio di Insigne tagliando sul secondo palo, o ai famosi 33 schemi su calcio piazzato studiati da Mister Sarri. Eppure, prima di Napoli, il 4-3-3 non era lo schema fisso di Sarri, che ad Empoli utilizzava un 4-3-1-2 con il quale aveva esordito anche in azzurro, salvo poi cambiare in corsa. Sia durante l’esperienza a Londra, che alla Juventus, ebbe la forza (se pur non immediatamente) di accantonare il suo credo tattico per cercare di adattarsi alla rosa e ai campioni a disposizione. Se pur con ottimi risultati, in entrambe le avventure il tecnico toscano ha avuto problemi con gli spogliatoi.

Maurizio Sarri rappresenta a pieno la toscanità, in tutte le sue sfaccettature: risposte piccate, carattere spigoloso e una sincerità spesso disarmante. La sua tuta, indossata in ogni partita (persino al Bernabeu) sino all’avventura con la Juventus, ha fatto storia. Se avesse allenato in Serie A quando ancora non era vietato fumare in panchina, avrebbe fatto concorrenza a Zeman in numero di sigarette accese durante i 90 minuti; invece, il povero Maurizio si è dovuto accontentare, in questi anni, dei mozziconi di sigaretta (non elegantissimi a dir la verità) per placare il nervosismo durante le partite.

Il tecnico è ancora contrattualmente legato alla Juventus fino a giugno, anche se il club bianconero dovrebbe pagare una penale di 2,5 milioni nel caso non attivasse il rinnovo per il terzo anno a 7 milioni netti a stagione. Ma tra le parti si dovrebbe arrivare facilmente ad un accordo per una separazione senza strascichi economici.

Disegnando sulla lavagna il 4-3-3 di Sarri, la formazione di partenza (ad oggi) partirebbe da 4 centrali di ottimo livello, un centrocampo a 3 con Villar in regia e Veretout e Pellegrini a fare le mezz’ali. Davanti spazio a Zaniolo a destra con Miki a sinistra (le alternative ci sono) e un centravanti da scoprire. Cosa mancherebbe alla Roma? Probabilmente un regista di grande qualità alla Jorginho: il tecnico toscano ritroverebbe Diawara, che però a Napoli era un’alternativa, e in questo momento non è certo di rimanere a Roma. Potrebbe lavorare su Villar, che però sembra avere caratteristiche differenti dal regista ideale per Sarri. Davanti c’è sempre il punto interrogativo del centravanti. Il nome di Icardi dovrebbe tornare in voga (Sarri lo aveva scelto per il post Higuain), ma soprattutto quello di Milik che ha già lavorato con il tecnico ex Juve. L’ipotesi Belotti (nome caldo negli ultimi giorni) potrebbe essere comunque compatibile con le idee del tecnico. Ci sarebbe l’ipotesi Mkhitaryan prima punta, dato che il miglior Napoli si è visto proprio con un centravanti atipico. L’armeno terminale offensivo libererebbe il posto sulla fascia sinistra a El Shaarawy, che per caratteristiche si sposa a meraviglia con gli schemi del toscano. Se Zaniolo ha fatto vedere il meglio di sé come ala destra, sfruttando le praterie con la sua grande progressione, si fanno largo le voci secondo le quali Sarri vorrebbe lavorare con il classe ’99 giallorosso per trasformarlo in un centravanti. Ipotesi che fa sognare parte dei tifosi, lasciando alcuni dubbi per altri, ma che potrebbe rappresentare una svolta decisiva per la carriera di Zaniolo. Questa scelta tattica libererebbe il posto di titolare a destra, dove in questo momento Pedro rappresenterebbe la prima scelta per l’allenatore toscano, che ha già lavorato con Pedrito a Londra. Ma lo spagnolo è tutt’altro che certo della permanenza, e per questo potrebbe tornare di moda il nome di Cengiz Under, di ritorno da Leicester. L’esterno turco ha tutte le carte in regola per essere protagonista nel 4-3-3 sarriano. Anche il nome di Hysaj (più volte accostato alla Roma) farebbe al caso dei giallorossi guidati, anche se la stagione di Karsdorp difficilmente porta a pensare a un ritorno in panchina l’anno prossimo.

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