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La Roma non sbaglia alla prova degli ex. C’è l’impronta di Mou

Mourinho

Non era una serata banale per la Roma. Prima assoluta di una italiana nella nuova Conference League, il ritorno di Zaniolo in una gara che conta

Non era una serata banale per la Roma. Prima assoluta di una italiana nella nuova Conference League, il ritorno di Zaniolo in una gara che conta, l’esordio internazionale di Mourinho nella sua mission, una città ricca di storia e fascino come Trebisonda e uno stadio che, sia pure a metà capienza, faceva respirare il fattore campo.

È andata bene, almeno come risultato. La vittoria per 2-1, pur non potendo più beneficiare più della doppia valenza dei gol in trasferta, dà ottime garanzie per il ritorno. Circa il gioco, si è visto qualcosa di interessante ma ancora c’è da migliorare in fluidità e brillantezza della manovra.

Il Trabzonspor, ricco di ex romanisti come Gervinho e Bruno Peres e di ex del campionato italiano come Hamsik e Cornelius, si dimostra una squadra di discreto livello, ma la differenza alla lunga è emersa. “Siamo stati squadra contro avversari difficili. Abbiamo solo accusato un calo fisico nella ripresa“, ha commentato Mourinho.

I turchi hanno iniziato il campionato e giocato già un turno di coppa: ne consegue una partenza più pronta sui classici palloni a metà. La presenza di Hamsik conferisce qualità: l’ex Napoli è abile tra le linee e sa crearsi gli spazi. Una sua incursione in area da sinistra, favorita da una intuizione di Bruno Peres, ed un paio di conclusioni dell’esterno Nwakaeme provocano mezzi brividi a Rui Patricio.

La Roma ci mette un quarto d’ora a rendere inoffensivo il primo pressing turco, poi quando ci riesce inizia a produrre. Mkhitaryan è quello che punta la porta senza prendere scorciatoie (un suo bel gol viene vanificato da un precedente fallo di mano), ma la nota più lieta è Shomurodov. L’uzbeko entra con personalità e intelligenza tattica, recuperando palloni e aprendo spazi per gli inserimenti dei compagni.

L’altra nota positiva sarebbe Viña: il condizionale, proprio a voler cercare il pelo nell’uovo, perché non piace il rigore cercato con una plateale simulazione. Per il resto comunque l’uruguaiano se la cava bene sia in fase difensiva che in spinta.

Nella ripresa la Roma sembra più incisiva. Merito della crescita di Zaniolo, che si muove meglio tra gli spazi: su una sua iniziativa, proseguita da Mkhitaryan con un cross da sinistra, Pellegrini colpisce da distanza ravvicinata. Una situazione ideale, vanificata però dalla scoperta dell’acqua calda del tecnico turco Avci.

Dentro un attaccante essenziale come Cornelius, fuori Gervinho: l’ivoriano resta l’unico ex ‘italiano’ a non combinare niente, perché il danese al primo pallone toccato di testa su cross perfetto di Bruno Peres (posizione sospetta, ma il Var non c’è), sovrasta Mancini e pareggia.

Mourinho dovrà lavorare sullo sbandamento che ne consegue e sul quale Nwakaeme per poco non fa lo scherzetto. Potrà comunque farlo con calma, almeno per quel che riguarda la coppa: Mancini infatti si fa subito perdonare. Un suo colpo di testa manda la palla sul palo, Shomurodov è pronto nella ribattuta e chiude i giochi.

Lo scrive La Repubblica 

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