L’arbitraggio di Daniele Orsato ha avvelenato l’ambiente con Josè Mourinho che si scaglia contro il direttore di gara per i soli 3′ di recupero
Statisti e musicisti, non solo addetti alla moviola. Il rigore fischiato da Orsato in Juve–Roma, che si è trasformato in regola “dello svantaggiato” perché ha fatto annullare il gol di Abraham (Veretout ha poi sbagliato il penalty), è tracimato in un torrente di polemiche.
La Roma ha deciso di seguire la linea Mourinho: non ci sono commenti ufficiali su un argomento che non ne ha bisogno perché chiaro. La squadra deve restare concentrata sulle partite e non pensare agli alibi.
Pero essere corretti non deve essere un’aggravante anziché un’esimente. Sono state giocate otto partite di campionato e in tre (che fa un bel 37,5%) le decisioni arbitrali hanno pesantemente influito sul risultato finale.
In Roma–Udinese è stato espulso Pellegrini ma la seconda ammonizione è stata letteralmente inventata dall’arbitro Rapuano (essendo un secondo “giallo” non è potuto intervenire il Var) e il capitano giallorosso ha dovuto saltare il derby; contro la Lazio, arbitro Guida, il 2-0 biancoceleste nasce da un’azione fortemente contestata dai romanisti per un fallo di Hysaj su Zaniolo; in Juventus–Roma, oltre al citato episodio del vantaggio/svantaggio, ci sono un’ammonizione mancata a Locatelli dopo pochi minuti, un dubbio di fallo di mano (Cuadrado) in avvio dell’azione dell’1-0, l’ingresso di Chiellini (ma anche di Mancini) in area prima della battuta del rigore di Veretout ma pure il commento di Orsato a Cristante (“Avete sbagliato il rigore e ora ve la prendete con me?“).
Forse è stato proprio questo il particolare che è meno piaciuto ai Friedkin. Abituati agli sporti made in Usa, dove gli arbitri sono tenuti a spiegare, i proprietari della Roma non si ritrovano nel metodo italiano.
Il Corriere della Sera