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Nela: “Mourinho è un grande motivatore ma è indietro rispetto ai nuovi allenatori”

Mourinho

Le parole dell’ex campione d’Italia giallorosso

Sebino Nela ha parlato ai microfoni di NSL nel corso della trasmissione “Il Diabolico e il Divino”. Queste le sue dichiarazioni:

Com’è andata la partita di ieri della Roma?

“Di certo non ipotizzavo la Roma seconda in questa splendida competizione, commentare una partita contro un avversario di questo livello non so quanto valore abbia. Mourinho è indubbiamente rimasto contento del minutaggio dato ad alcuni calciatori che l’hanno ripagato con le prestazioni, come Borja Mayoral. Mourinho ha sicuramente fatto bene ad arrabbiarsi per il calo di concentrazione avuto nel finale”.

A Mourinho è possibile dare il tempo che chiede?

“Dipende da molte cose, dalle aspettative che il tifoso di questa squadra ha in primis e quindi bisogna assolutamente dare tempo alla società di investire e di comprare quei giocatori che ti permettano di fare un miglioramento progressivo. C’è anche da dire che allenatori nuovi quest’anno hanno inciso tantissimo sulle loro nuove squadre, non parlo solo di Spalletti che ha ricevuto una squadra già pronta, ma anche di Italiano che in un mese ha stravolto completamente la Fiorentina, Inzaghi all’Inter ha cambiato molte cose in breve tempo rendendola una squadra che gioca molto bene con la palla. Mourinho è un pochettino più indietro, è un grande motivatore e ha bisogno di giocatori forti sia da un punto di vista tecnico che mentale. Adesso sta cercando di dare spazio e minuti anche a quei giocatori che faticavano all’inizio a trovare spazio. La grande preoccupazione del tifoso della Roma secondo me è quella di non sapere quale sia il progetto della società, Tiago Pinto parla di giovani mentre Mourinho chiede a gran voce giocatori pronti e non sapere quali siano i reali piani della società mette un po’ di preoccupazione; d’altronde se non si investe non arrivano i risultati”.

Sulla questione plusvalenze?

“Una volta la prima voce degli introiti della società era il botteghino, oggi sono le plusvalenze. La Juventus è una società quotata in borsa e dunque se si parla di procedure economiche false è un altro discorso, si parla di punti di penalizzazione. Se parliamo delle pure e semplici plusvalenze il discorso si complica perché tutti fanno plusvalenze e nessuno può dirti nulla perché è la società che dà valore ai propri tesserati. Io sono convinto che la maggior parte della società abbia gonfiato i valori di alcuni calciatori e se l’inchiesta si allargasse parecchie uscirebbero con le ossa rotte”.

Chi ti ha deluso di più delle italiane in Europa?

“Si poteva fare qualcosa di meglio, il Milan ha incontrato un girone difficilissimo e da ora in avanti si potrà concentrare di più sul campionato. Inzaghi ha riportato l’Inter agli ottavi quindi è andata bene, Napoli e Lazio potevano fare qualcosina in più ma sono ancora dentro, la Roma e la Juve si sono qualificate da prime. Dunque credo che il voto da dare a questa prima fase della campagna europea delle italiane sia pienamente sufficiente, ma nulla di più”.

Cosa pensi del Derby della Lanterna? Shevchenko è stata una scelta corretta?

“Lo potremmo anche chiamare il “Derby dei poveri”. Vedendo le ultime prestazioni mi sembra che la Sampdoria sia più squadra. Non so chi recupererà Sheva. Quest’anno mi sa che i rossoblu se la rischino parecchio. In questo momento la Samp può giocare con tutti i suoi effettivi ed è superiore da un punto di vista di preparazione collettiva. Ho parlato con un giornalista genovese proprio quando c’è stato il cambio in panchina, avevo già espresso i miei dubbi dopo l’arrivo dell’allenatore ucraino. Mi aspettavo un allenatore più in confidenza con il nostro calcio, mi era venuto in mente Rino Gattuso per i valori che condivide con il Genoa; poi piano piano abbiamo capito tutti che dietro ci sia una regia occulta, con Zangrillo in tribuna e Shevchenko sulla panchina”.

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