Il tecnico dello Shakhtar, insieme al suo staff italiano, è in Ucraina bloccato in hotel: “Non potevo voltare le spalle”
Sono ore di attesa per Roberto De Zerbi, tecnico dello Shakhtar Donetsk, e per tutto il suo staff italiano, otto persone tra cui il vice Davide Possanzini. Il campionato è sospeso (al momento per un mese). Queste le parole del tecnico italiano riportate da La Gazzetta dello Sport:
“Stamattina hanno sospeso il campionato e dalle finestre dell’hotel Opera abbiamo visto file di auto che si muovevano, credo che stiano andando in Polonia. L’Ambasciata italiana ci aveva sollecitato di andarcene ma non potevo, ripeto, io uomo di sport, girare le spalle al club, al calcio e andarmene così e alla fine hanno chiuso lo spazio aereo e si sta qui”.
“Siamo tutti in hotel, fra poco devo parlare con i miei giocatori brasiliani – ha spiegato l’allenatore italiano dello Shakhtar in diretta a Sky Sport 24 -. La situazione è precipitata da stamattina, fino a ieri sapevamo che il campionato sarebbe ripartito ma così non è stato. Ci siamo svegliati in malo modo sotto il rumore delle esplosioni. Stiamo bene, ma la situazione è tesa perché c’è preoccupazione. Cerchiamo di avere contatti con le nostre ambasciate per capire il da farsi”.
“L’ambasciata è stata correttissima e tempestiva – prosegue De Zerbi -, ci sta dando grande sostegno e vicinanza. Non era nostra intenzione fare gli eroi, siamo qui per il calcio ma abbiamo giocatori che hanno già vissuto quanto successo nel Donbass nel 2014. Finché il campionato non fosse stato sospeso, non trovavamo giusto partire. Rifarei la stessa scelta. Certo ora la situazione è diversa e stiamo cercando il modo per andare via. Se ho paura? Le preoccupazioni sono tante, penso però alla mia famiglia a Brescia che è preoccupata. Lo stesso per quanto riguarda i miei giocatori: mi vedono come quello più grande che dovrebbe tutelarli, ora faccio fatica io stesso a dirgli cosa fare”..