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Più palloni rubati che tiri in porta: la strana evoluzione di Nicolò Zaniolo

La strana parabola della carriera del talento giallorosso

Ma ve la ricordate Roma-Porto e quel destro che prese in contro tempo Casillas sotto la Curva Sud? E la rete al Sassuolo con lo “scavetto” finale? O il gol praticamente da terra con il Torino? Frammenti di magia lontani nel tempo, come il suo ultimo gol all’Olimpico in campionato: 2 novembre 2019, una bordata mancina contro il Napoli. E la domanda che in molti si fanno è: che fine ha fatto Nicolò Zaniolo? Il talento puro in grado di far innamorare i tifosi della Roma, di far strabuzzare gli occhi ai direttore sportivi di tutta Europa e far cadere nella totale disperazione l’Inter, che lo aveva spedito a Roma come un allegato indesiderato nell’affare Nainggolan.

Di mezzo ci sono stati due infortuni molto seri, che avrebbero abbattuto un calciatore già formato, figurarsi un ragazzo così giovane. La paura, talvolta appena sussurrata, c’era: quella di non tornare più forte come un tempo. La convinzione maturata nei mesi di recupero che quel talento dirompente fosse racchiuso in un involucro troppo fragile, un ossimoro tra pensiero e fisico. Da lì la decisione di costruire una corazza che lo proteggesse a dovere. Ma ora il timore è che il talento stia soffocando lì dentro, compresso dall’imponente armatura costruita nell’ultimo anno.

I numeri sono impietosi: solo 2 gol in campionato, 15 tiri in porta in 23 presenze (di cui 21 da titolare) con 47 falli fatti a fronte di 53 subiti. Recupera più palloni (71) di quanti non ne provi a scaricare in rete (57). E la componente di “expected goal” delle ultime partite non supera lo 0.3: 3 tiri con l’Atalanta, 0 col Vitesse e 1 con l’Udinese. Ha cambiato look, stile di comunicare sui social e modo di stare in campo: costantemente alla ricerca del contatto, del duello fisico con l’avversario, ma per i portieri non sembra essere più un pericolo. Una brutta notizia per Mourinho, che dopo Abraham non ritrova in squadra un marcatore in grado di far male. Giusto allora pensare ad un cambio di ruolo, ma viene prima da domandarsi cosa voglia fare da grande il “nuovo” Zaniolo.

Tornare a segnare? Cercare l’ultimo passaggio per i compagni? O studiare per diventare una mezzala atipica? Anche il ct Mancini sembra spaesato e ritiene opera difficoltosa capire la sua collocazione in campo, motivo per il quale non è un titolare della sua Italia. Dubbi, dati e riflessioni: Zaniolo impegnato nell’affannosa caccia al suo talento perduto, come Peter Pan inseguiva senza sosta la sua ombra. Basterà ago e filo per tornare a ricucirsi addosso il potenziale di un tempo? La Roma spera che anche per il numero 22 giallorosso la storia sia a lieto fine.

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