Il tecnico portoghese ha cambiato l’organizzazione del pressing rispetto alla gara d’andata
La Roma ieri sera ha travolto il Bodø. Lo ha fatto dal primo minuto, sovrastando l’avversario su tutti i livelli: il divario tecnico è emerso in maniera eclatante, il ritmo e l’intensità messi in campo dai giallorossi hanno sin da subito indirizzato il match.
Oltre a questo, Mourinho ha dimostrato di aver preparato al meglio la gara anche dal punto di vista tattico. Rispetto all’andata, lo Special One ha cambiato del tutto le uscite difensive, spegnendo sul nascere le fonti di gioco dei norvegesi, che a fatica riuscivano a superare la metà campo.
All’andata, in fase di non possesso, sui due terzini avversari Sampsted e Wembangomo, andavano in pressione i due quinti della Roma, Karsdorp e Zalewski. Tuttavia, questi ultimi, avevano faticato molto, sbagliando spesso i tempi di pressione e lasciando molto spazio alle proprie spalle.
Nella gara dell’Olimpico, invece, sono stati i due mediani, Mkhitaryan e Cristante, ad uscire molto alti in pressing sui due terzini avversari, mentre Karsdorp e Zalewski rimanevano sulla linea difensiva in attesa di attaccare lo spazio una volta riconquistata palla. In questo modo i due esterni giallorossi non hanno mai sofferto la velocità dei due attaccanti esterni del Bodø, soprattutto Solbakken, senza dubbio il più talentuoso dei suoi. Questo diverso atteggiamento ha messo in crisi la squadra di Knutsen, che ha avuto notevoli difficoltà a far partire l’azione.
Non solo carattere, qualità, intensità. La Roma ha avuto la meglio anche grazie ad un’attenta preparazione della partita da parte dell’allenatore e a un’ efficace interpretazione tattica da parte dei giocatori.