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Dall’Inter all’Inter: ecco come è cambiata la Roma in 4 mesi e mezzo

Dal 4 dicembre 2021 al 23 aprile 2022, date dei due match di campionato contro l’Inter di Inzaghi: ecco come è cambiata la Roma

Quattro mesi e mezzo fa, il 4 dicembre 2021 all’Olimpico, la Roma di Mourinho affrontò per la prima volta in stagione l’Inter di Inzaghi. I nerazzurri passarono facilmente per 0-3, grazie alle reti di Calhanoglu, Dzeko e Dumfries. Tutte siglate nel primo tempo. La gara rappresentò per Mourinho un inedito assoluto: lo Special One, da allenatore, non aveva mai concluso la prima frazione di gioco sotto di tre gol.

Quella dello scorso dicembre era una Roma in grandissima difficoltà, reduce da un momento altalenante. I giallorossi non erano ancora riusciti a sbloccarsi nei big match portando a casa, fino a quel momento, solo un pareggio contro il Napoli e rimediando le sconfitte contro Lazio, Juventus e Milan. Inoltre, il 21 ottobre, la squadra di Mourinho aveva incassato i purtroppo celebri 6 gol in Norvegia contro il Bodø/Glimt, con le scorie negative di quella serata ancora ben presenti nel gruppo romanista.

Altre due sconfitte, prima del match contro i nerazzurri, che influirono tantissimo furono quelle contro Venezia e Bologna, intervallate dai successi contro Torino e Genova. In quel periodo la Roma non riusciva ad inanellare una serie positiva di risultati, non trovando mai continuità e distaccandosi tantissimo dalla zona Europa in classifica.

Ma, dopo quel match contro i nerazzurri perso in malo modo, i giallorossi riuscirono a trovare vittorie importantissime, che le permisero di risalire lentamente in classifica. Il 13 dicembre all’Olimpico gli uomini di Mourinho battono per 2-0 lo Spezia mentre, il 18 dicembre a Bergamo, riescono finalmente a vincere uno scontro diretto, battendo l’Atalanta con un sonoro 1-4. 

Purtroppo in questa stagione, causa un divario ancora molto ampio, i match contro l’Inter non hanno portato gioie in casa Roma: 3 sconfitte su 3, 8 gol subìti e 1 solo realizzato. Ma, rispetto alla gara di dicembre, il momento giallorosso è completamente diverso.

La squadra di Josè Mourinho, da inizio gennaio ad oggi, è riuscita a trovare una continuità di risultati che, in questa stagione, non aveva mai avuto. Basti pensare che la sconfitta contro l’Inter di ieri, a San Siro, è il primo ko della Roma in campionato dopo ben 12 turni. I giallorossi non perdevano in Serie A dal match contro la Juventus del 9 gennaio e, in Italia, proprio dal match contro l’Inter di Coppa Italia dell’8 febbraio. Negli ultimi 3 mesi e mezzo, oltre questi due ko, soltanto il Bodø/Glimt, nell’andata dei quarti di finale di Conference League del 7 aprile, è riuscito a battere la Roma.

Inoltre, dal match d’andata contro l’Inter all’Olimpico, i giallorossi si sono sbloccati anche negli scontri diretti: due vittorie su due contro l’Atalanta e 3-0 alla Lazio dello scorso 20 marzo. In queste tre vittorie della Roma uno dei protagonisti assoluti è stato Tammy Abraham, autore di 5 reti. Il centravanti inglese non giocò però Roma-Inter del 4 dicembre, causa squalifica.

Abraham rimediò un giallo, estremamente discutibile, nella sconfitta di Bologna, la giornata prima del match contro i nerazzurri. L’ammonizione all’inglese sfociò in uno sfogo dello Special One che, dopo Bologna-Roma, si scagliò contro Pairetto e, inoltre, consigliò a Nicolò Zaniolo di trasferirsi all’estero, in quanto in Italia, per uno come lui, sarebbe stato praticamente impossibile continuare a giocare.

I match di questa stagione contro l’Inter, oltre che per la Roma, sono stati estremamente amari anche per Tammy Abraham. Il centravanti inglese ha segnato contro Juventus, Lazio e Milan ma, delle big, non è riuscito a siglare nessuna marcatura contro il Napoli e, appunto, contro i neroazzurri di Simone Inzaghi.

In questi ultimi 4 mesi e mezzo, da quel 4 dicembre, anche la rosa della Roma è notevolmente cambiata. Questa è la formazione ufficiale e la panchina a disposizione di Mourinho nel primo match contro l’Inter:

ROMA (3-5-2): Rui Patricio; Smalling, Mancini, Kumbulla (16′ st Bove); Ibanez, Veretout (46′ st Volpato), Cristante, Mkhitaryan, Vina; Zaniolo, Shomurodov. A disp.: Fuzato, Boer, Reynolds, Calafiori, Diawara, Villar, Darboe, Borja Mayoral, Carles Perez. All.: Mourinho.

Non erano ovviamente a disposizione Sergio Oliveira e Maitland-Niles, arrivati soltanto nel successivo mercato di gennaio. Inoltre Abraham e Karsdorp non giocarono causa squalifica. Roger Ibanez fu schierato nella linea di centrocampo come “terzino di stabilità”, soluzione mai più attuata dal tecnico portoghese.

Fecero discutere le parole di Mourinho al termine della gara: “In attacco eravamo nulli”. La coppia Shomurodov-Zaniolo, in assenza di Abraham, non funzionò come sperato e l’uzbeko, dopo un gol alla Sampdoria il 22 dicembre, e uno in Coppa Italia contro il Lecce a gennaio, sparì progressivamente dai radar. Soltanto adesso, in queste ultime gare di campionato col parallelo impegno in Conference, l’attaccante sta ritrovando un pò di minutaggio:  25′ contro l’Udinese, 9′ contro la Sampdoria, 22′ contro la Salernitana e 12′ nel match di ritorno contro l’Inter.

Ben quattro giocatori, a disposizione di Mourinho il 4 dicembre, non fanno attualmente parte della rosa della Roma: Reynolds, Villar, Calafiori e Borja Mayoral. Il terzino americano, che non ha mai convinto lo Special One, è stato ceduto in prestito al club belga del Kortrijk. Stessa sorte anche per il giovanissimo Riccardo Calafiori. Il classe 2002 è attualmente in prestito al Genoa di Blessin.

Anche i due spagnoli Mayoral e Villar sono attualmente in prestito, entrambi al Getafe. Sul centrocampista spagnolo Mourinho aveva dichiarato: “Villar è un giocatore che mi piace tantissimo quando ha il pallone, ma senza no, non mi piace e deve migliorare”. L’attaccante spagnolo, invece, sembrava aver trovato spazio e fiducia del tecnico verso la fine del 2021, quando giocò da titolare contro Spezia e CSKA Sofia, trovando anche il gol in Conference League.

A centrocampo, due riserve come Diawara e Darboe, sono usciti quasi completamente dal radar di Josè Mourinho. Il giovane centrocampista gambiano non vede il campo da gioco dal 9 dicembre, quando giocò 5′ nel match di Conference League contro il CSKA Sofia. Per l’ex Napoli invece l’ultima volta in campo furono i 13′ giocati in casa contro lo Spezia, il 13 dicembre.

Della formazione titolare di Roma-Inter i due calciatori, oltre Shomurodov, che stanno avendo una parabola discendente in giallorosso sono sicuramente Matìas Vina e Jordan Veretout. 

L’esterno sudamericano e il centrocampista francese hanno un dato in comune: entrambi non giocano una partita intera con la maglia della Roma dal match contro il Cagliari del 16 gennaio. Questa è infatti l’ultima partita che ha visto i due calciatori in campo per 90′. 

Per l’uruguaiano sono stati decisivi, in negativo, i problemi di rendimento, soprattutto nella fase difensiva, cosa che creava non poche volte problemi alla squadra giallorossa. Il terzino soffre soprattutto l’imbucata da dietro dell’esterno rivale, giocata che portò al gol Dumfries proprio in quel Roma-Inter 3-0. Il calciatore, da quel Roma-Cagliari, ha visto un vero e proprio abbattimento del suo minutaggio, totalizzando soltanto 217′ di gioco nelle successive 12 gare. Per ben 5 volte, da gennaio ad oggi, l’esterno romanista ha trascorso tutto il match in panchina, senza subentrare a partita in corso. 

Per quel che concerne invece Jordan Veretout, il centrocampista francese sembra esser calato vistosamente dopo il rigore fallito a Torino contro la Juventus. Nelle ultime settimane, però, sono intervenuti anche altri fattori, che hanno allontanato sempre di più il francese dal campo.

Circa un mese fa la bufera sulla moglie del centrocampista, che ha festeggiato il compleanno nonostante fosse positiva al Covid, col calciatore costretto a saltare, causa indisponibilità, il match a Genova contro la Sampdoria e il match d’andata dei quarti contro il Bodø/Glimt. Inoltre, come riportato dal Corriere dello Sport, ci sarebbe stato un durissimo confronto con Josè Mourinho: “Se non firmo, non gioco”. Queste le parole che il francese, secondo il quotidiano, avrebbe detto al tecnico portoghese.

Dopo Roma-Cagliari il minutaggio di Jordan Veretout si è drasticamente ridotto: appena 15′ contro l’Empoli, 19′ contro il Genoa, 14′ contro il Sassuolo , 17′ contro Atalanta e Udinese ed appena 9′ nel derby contro la Lazio del 20 marzo.

Ormai il centrocampista non è più un titolare della Roma di Mourinho. Anche nell’ultima sfida di San Siro, nonostante l’assenza di Cristante per problemi lombari, il tecnico ha preferito abbassare Mkhitaryan e schierare Sergio Oliveira dal 1′, col francese che ha giocato soltanto i 25′ finali.

Da dicembre ad oggi la Roma ha conosciuto anche dei volti nuovi: Bove, Volpato, Sergio Oliveira, Maitland-Niles e Zalewski. I primi due, rispettivamente classe 2002 e classe 2003, hanno salvato i giallorossi nella gara interna contro il Verona, siglando i gol dell’1-2 e del 2-2 finale.

I due acquisti di gennaio stanno vivendo invece momenti opposti. Il centrocampista portoghese si è preso la titolarità nel centrocampo della Roma, causa anche la situazione legata a Veretout, Mentre il 24enne jolly inglese, dopo le prime confortanti uscite, non è riuscito a convincere ed ha “costretto” Karsdorp agli straordinari sulla fascia destra.

Una delle note più liete della Roma, da dicembre ad oggi, è senza dubbio Nicola Zalewski. Il giovane polacco di Tivoli si è preso la titolarità sulla fascia giallorossa a suon di prestazioni e costanza. Il giovane talento romanista è ormai stabilmente sopra, nelle gerarchie, sia ad El Shaarawy che a Vina. 

Sassuolo-Roma, del 13 febbraio, è l’ultima gara che ha visto Zalewski sedere in panchina. Nelle successive 9 gare l’esterno romanista è sempre sceso in campo, con ottime prove contro Lazio e Atalanta. Il classe 2002 si è preso la scena anche in Conference League, servendo anche un assist a Nicolò Zaniolo. La sua prestazione meno esaltante è arrivata proprio a Milano contro l’Inter ma, negli ultimi mesi, Zalewski si è dimostrato una certezza assoluta.

Rispetto al match contro l’Inter di inizio dicembre, la Roma di oggi, è molto più squadra. Come dichiarato dallo stesso Mourinho nel post partita di sabato:

“L’Inter ha una cultura tattica ormai consolidata, giocando con lo stesso modulo da 3 anni. Abbiamo perso perchè loro sono stati troppo per noi, troppo più forti, ma la mia squadra sta crescendo e sono orgoglioso. Rispetto a quattro mesi fa siamo molto più squadra e molto più maturi”.

La Roma, nonostante lo stop di Milano, ha trovato una continuità importantissima, mantenendo l’imbattibilità per ben 12 turni consecutivi. Deve affrontare una doppia semifinale europea contro il Leicester e, in campionato, si giocherà fino all’ultimo un posto in Europa. I giallorossi hanno anche dei punti di forza ben precisi: i gol nel finale, la solidità difensiva e le reti sulle palle inattive. 

La Roma è la squadra della Serie A che segna più di tutte le altre nell’ultimo quarto d’ora di gioco, con i giallorossi la gara non finisce mai. Mentre sulle palle inattive la statistica si amplia addirittura a tutta Europa. In tutto il continente soltanto il Liverpool ha fatto meglio dei giallorossi.

Josè Mourinho è riuscito anche a dare solidità difensiva alla squadra. Basti pensare che, in Serie A, il portiere con più clean sheet, ben 17, è proprio l’estremo difensore giallorosso Rui Patricio. Dal 4 dicembre ad oggi sono state ben 9 le gare chiuse dalla Roma con la porta inviolata. I giallorossi non hanno subìto nessuna rete nemmeno contro l’Atalanta, in casa, e nel derby contro la Lazio. 

Tutte armi a disposizione degli uomini di Mourinho che, il 28 aprile e il 5 maggio, proveranno a regalare alla Roma una finale europea che manca dal 1991. 

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