La Joya già al centro della Roma di Mou
(Ri)Scoprirne il genio per il gol all’Empoli fa sorridere. Paulo Dybala è sempre stato questo. Gioia per gli occhi, Joya per compagni e tecnici. Serviva soltanto rimetterlo in sesto, togliergli dalla testa la paura di farsi male e regalargli la voglia di tornare a sentirsi importante. Che sia riuscito nell’impresa un tipo come Mourinho non deve stupire. José è sempre stato un maestro in questo. Basta leggere quello che dicono di lui i vari Eto’o, Sneijder, Milito, Lampard, Stankovic, Zanetti, Benzema, Deco o Terry. Ci fermiamo qui, perché la lista non finisce più.
Il feeling tra i due è scattato subito, dal primo abbraccio ad Albufeira. Paulo arrivava da una giornata interminabile: volo aereo da Torino in Portogallo e poi visite mediche che non volevano sapere di finire. Dopo 5 ore, altri 45 minuti per spostarsi da Faro all’hotel giallorosso a due passi dall’oceano Atlantico. Sceso dal Van, il primo ad andargli incontro è stato José. Un benvenuto caloroso, quasi incredulo, tra due Special che hanno impiegato poco a piacersi. Il feeling è stato automatico: parlano la stessa lingua, quella dei fenomeni. Mou lo è sempre stato, Dybala ha impiegato poco per tornare ad esserlo. Gli serviva soltanto stare bene, non un dettaglio secondario. In tal senso c’è un dato, in questo avvio di stagione, che è a dir poco sorprendente. Il riferimento non è alle tre reti (più i due assist) in 6 partite di campionato.