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De Rossi: “Mourinho ha riunito i tifosi della Roma. Aspetto una squadra per allenare”

Le parole dell’ex capitano giallorosso

Daniele De Rossi è stato ospite del programma condotto da Alessandro Cattelan “Stasera c’è Cattelan” in onda su Rai2. Queste le parole dell’ex calciatore:

Ti manca giocare?

“In questi momenti, con lo stadio infuocato, un po’ mi manca giocare. A me piaceva tantissimo giocare in trasferta, in questi stadi come Napoli, Firenze, Milano, dove eravamo abbastanza odiati. E in Ungheria c’era quella atmosfera, un pochino ho rosicato”.

In partitella in allenamento ti butti?

“Ci potrei stare, magari nel campetto. Il mister ogni tanto mi butta dentro, io parto senza riscaldamento, mi faccio il segno della croce, finché il campo è piccolo mi difendo”.

Ti contieni nei festeggiamenti?

“Dopo l’Europeo abbiamo fatto casino, ma mi devo contenere, sei sempre un allenatore e collaboratore”.

Ma c’è un video che dimostra il contrario

“Però c’è un motivo. Dopo i rigori, scherzando con i giocatori che ci mettevano tanto a farsi la doccia, ho fatto questo tuffo per prenderli in giro e insultarsi. Allora subito tutti col telefonino, mi chiedevano di rifarlo e io gli ho detto che l’avrei rifatto in caso di vittoria dell’Europeo. Speravo non si ricordassero, invece…”.

Non sono pericolosi i telefoni negli spogliatoi?

“È uscito qualcosa, era successo con un giovane del Milan con un Chiellini completamente nudo. Ormai però sono tutti esperti, noi della mia generazione siamo un po’ meno attenti”.

Forse hai festeggiato più l’Europeo che il Mondiale. Ti hanno sempre sorteggiato per l’antidoping

“Sì, dopo la finale con la Francia, dopo Roma-Barcellona, dopo i derby. Dopo 15 volte cominci a pensare qualcosa. Gli dicevo che se correvo tanto non voleva dire che c’era qualcosa. Mi hanno anche fatto vedere come funzionava il sorteggio”.

Si fa sempre con la pipì? E se non ti scappa?

“Stai lì, io ero uno che aveva grossi problemi a farla dopo la partita. Andavo in campo, passeggiavo in campo scalzo, bevevo, anche la birra analcolica che ti danno perché sono un po’ pudici. Con la Francia eravamo io, Cannavaro, Thuram e Ribery, con umori diametralmente opposti”.

E la scelta di andare al Boca?

“Mi sono preso del tempo prima di decidere. Ho sempre detto che era un mio desiderio, sono sempre stato affascinato. Mi piaceva giocare fuori casa, non perché non mi piacesse giocare in casa, ma era come se avessi dovuto proteggere la mia squadra e la mia città. E rispettavo il Boca, poi quando vai lì scopri che sono ancora più matti. Un paio d’anni prima sarebbe stato perfetto. Col River ci siamo dati più botte che calci al pallone, i tifosi argentini avversari mi prendevano sempre di mira”.

Rispetto ai nostri?

“Gli argentini sono molto simili agli italiani del Sud e ai romani, anche per origine. Sono calorosi, anche più di noi, gli stadi sono spesso attaccati ai giocatori e senti quello che dicono. Però di solito noi giocatori non sentiamo cosa dicono di preciso, capiamo se sono arrabbiati o felici, se ti vogliono bene o ti squarterebbero. E se stai facendo il riscaldamento al Franchi ad esempio sentivi tutto, anche le virgole”.

Quando inizierai ad allenare?

“Non lo so, a volte sembra che manchi pochissimo, poi a volte qualcosa sfuma. Io sto bene in Nazionale, ma se dovesse capitare qualcosa di interessante ho già lo staff pronto. Ho molta voglia di allenare”.

La tua strada è quella

“Sì, sono andato in Nazionale per imparare da uno dei migliori. Manca solo il dettaglio della squadra, arriverà”.

L’allenatore che ti ha trasmesso le cose che tu immagini di portare e insegnare?

“Io ne ho avuti tanti bravi, moderni, anche se mi hanno allenato 10 anni fa. Penso a Spalletti, le cose che ci diceva sono ancora all’avanguardia. Capello era un altro calcio ma mi ha insegnato tanto, anche sulla gestione. Conte forse il più bravo dal punto di vista motivazionale, ti tirava fuori cose che neanche pensavi di avere. Se smettesse di fare così non sarebbe più lui”.

Ti sta gasando Mourinho?

“Sì, non so se vi rendete conto di quello che ha fatto al di là della coppa. Lo stadio è sempre pieno con 60mila tifosi, sia se va bene che se va male, se gioca con la prima o con l’ultima in classifica. Mi sembra strano che sia un caso, poi quello che volete tra coppa e biglietti economici. Ma lui ha riunito tutti i tifosi della Roma, va valorizzato più dei moduli. Poi ci aspettiamo faccia grandi cose, quest’anno la squadra sembra forte. Se sarò allo stadio con l’Inter? No, assolutamente no”.

 

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