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Le mosse in Portogallo per dare l’assalto alla zona-Champions

La Roma volerà ad Algarve il 15 dicembre

Tra oggi e domani rientrerà nella Capitale per preparare la sua “terza partenza” romanista. Ed è proprio sul fattore “nuovo inizio” che Mourinho è deciso a puntare per dare la svolta alla stagione giallorossa. La pausa-Mondiale infatti ha dato alla Roma l’opportunità di staccare la spina, prima di tornare al lavoro in vista della ripartenza del 4 gennaio. Un po’ come succede in estate.

Un periodo caro allo Special One che, dopo le vacanze, con la Roma è sempre partito conil piede sull’acceleratore: nel primo anno ha ottenuto 7 vittorie e una sconfitta nelle prime 8 giornate, in questo 6 vittorie, 1 pareggio e una sconfitta. Forse è anche per questo che il tecnico ha scelto nuovamente l’Algarve – sede degli ultimi due ritiri estivi – per trascorrere una settimana, dal 15 al 22 dicembre, mirata ad alzare il ritmo da subito.

Il segreto delle partenze sprint è il metodo adottato dallo Special One e dal suo staff. Da sempre Mou punta su un programma soft, per non appesantire le gambe dei giocatori e consentirgli di esprimersi a ritmi alti anche durante le prime uscite stagionali. Ovviamente questa volta non si tratterà di una preparazione “da zero” ma, dopo aver trascorso quasi due settimane lontano dal Bernardini, i giocatori – che nel frattempo hanno seguito un programma studiato dai preparatori giallorossi – aumenteranno gradualmente i carichi di lavoro. La squadra si ritroverà lunedì a Trigoria, per scaldare i motori in attesa del Portogallo, dove affronterà Cadice, Casa Pia e RKC Waalwijk (questa da confermare).

I giorni in Algarve serviranno a Mou per studiare le risposte del gruppo all’eventuale passaggio ad un modulo che prevede l’utilizzo di tre centrocampisti in mediana ma, soprattutto, a spronare quei calciatori che per ora hanno reso al di sotto delle aspettative. Nel mirino dello Special One (e del club) ci sono soprattutto Abraham, El Shaarawy e Belotti che – per diverse ragioni – sembrano caduti in una crisi di identità. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.

 

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