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L’inverno di Zaniolo. Fuori rosa alla Roma, la Premier è lontana

Il futuro con tante ombre di Zaniolo

Lo hanno mandato ad allenarsi da solo, perché col resto del gruppo non ha più nulla da spartire. Una punizione era attesa ed è arrivata: fuori rosa, e probabilmente non sarà nemmeno l’ultima. L’inverno di Nicolò Zaniolo è un limbo, un cono d’ombra sospeso tra ciò che non è potuto diventare e ciò che non sarà più. Non sarà nemmeno a Napoli, dove Mourinho & friends sul campo della capolista del campionato si giocano la possibilità quasi utopica di riaprire la corsa allo scudetto depositando la propria lettera d’iscrizione. Lo sa Mourinho, che quando dice “Il Napoli ha vinto lo scudetto” gioca con i nervi di Spalletti e dei suoi calciatori. Dopo aver sollecitato quelli di Zaniolo: “Purtroppo resterà: da un mese vuole andare via, dice a tutti che non vuole più giocare con né indossare la nostra maglia. Ma come avevo detto resterà, purtroppo”. 

Tra Zaniolo e la Roma invece potrebbe finire a multe ed esposti all’Aic, il sindacato dei calciatori. In sette mesi il 23enne è passato dal gol nella finale di Conference League a fuori rosa. La conseguenza estrema di una situazione troppo a lungo rimandata. A luglio, quando Zaniolo voleva andare via, Mourinho e la squadra lo hanno rapidamente) convinto a restare. A fine agosto, quando il Tottenham aveva messo sul piatto i soldi, tanti, anche se partendo da un prestito, la Roma gli ha chiesto di restare promettendo da settembre di parlare del rinnovo. Di cui praticamente non si è discusso mai, mentre rinnovavano prima Mancini e poi Cristante a cifre simili a quelle che chiedeva Nicolò. Così a gennaio è esploso chiedendo di non giocare più. Colpevolmente. Perché dire “voglio andare via” senza qualcuno che voglia comprarti è un errore. Lui è furioso perché la Roma gli ha negato i trasferimenti che lo avrebbero fatto felice, ma il Tottenham prima e il Milan poi, non sono andati oltre la richiesta di averlo in prestito. Del tipo: il rischio non ce lo prendiamo. Così la Serie A perde una stella, senza nemmeno il gusto di averla venduta. Lo scrive La Repubblica.

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