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La Roma furiosa per il coinvolgimento mediatico all’interno della delicata vicenda. Nessuna preoccupazione sulla trasparenza dello scambio del 2019 con Luca Pellegrini

Prisma o poi la Roma viene sempre chiamata in causa, verrebbe da dire. Un po’ per esigenze mediatiche, nel voler distogliere l’attenzione dalle squadre già coinvolte, un po’ per tornare per l’ennesima volta sullo scambio avvenuto sull’asse Roma-Torino che tanto ha già fatto discutere. Ma andiamo con ordine.

L’inchiesta Prisma, che ha indagato a fondo sui conti della Juventus, ha recentemente allargato le proprie mire anche in altre città: infatti a fine febbraio le procure di Bergamo, Bologna, Cagliari, Genova, Modena e Udine hanno richiesto alla procura di Torino i documenti relativi all’indagine per approfondire al meglio i rapporti tra le squadre di propria competenza territoriale con il club bianconero. Stesso iter seguito anche dalla Procura di Roma, dove i pm, guidati dal sostituto procuratore Maria Sabina Calabretta, hanno iniziato a lavorare e approfondire lo scambio, che risale all’estate del 2019, tra Roma e Juventus, quando Leonardo Spinazzola e Luca Pellegrini fecero il percorso inverso, scambiandosi di maglia. L’attuale esterno giallorosso finì a bilancio per 29,5 milioni di euro (il terzo acquisto più caro di sempre della storia della Roma), l’ex prodotto del vivaio giallorosso invece finì a vestire la maglia bianconera per 22 milioni di euro, pochi mesi prima del rinnovo di contratto chiesto e ottenuto dal suo agente Mino Raiola. Uno scambio di cartellini con un conguaglio a favore della Juventus di sette milioni di euro, un’importante plusvalenza per entrambe le società.

Negli ultimi giorni diversi media sono tornati a trattare l’argomento, citando le intercettazioni di alcuni dirigenti bianconeri che definivano lo scambio quasi al limite. La reazione del club giallorosso non si è fatta attendere, dopo le ultime insinuazioni. Da Trigoria filtra grande irritazione per il coinvolgimento mediatico del club nell’Inchiesta Prisma, visto che l’affare Pellegrini-Spinazzola era stato ampiamente valutato da Consob, Covisoc e Guardia di Finanza nella fase del delisting del club giallorosso da Piazza Affari. Dall’altra il club monitora la situazione con grande tranquillità e trasparenza,  visto anche il valore dei giocatori: se non fosse stato per l’infortunio al tendine d’Achille, il valore di Spinazzola sarebbe addirittura raddoppiato, per l’ex terzino giallorosso basti pensare che la Lazio, qualora decidesse di riscattarlo, dovrebbe sborsare circa 15 milioni di euro. L’indagine andrà avanti, ma da Trigoria nessun allarmismo, anzi. I legali del club sono pronti ad agire al prossimo tentativo diffamatorio. Lo scrive Il Romanista.

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