In questo momento di tribolazione, parlare del rendimento di Nicola Zalewski non può prescindere dalla comprensione del contesto personale che lo circonda. A soli ventuno anni, Zalewski ha attraversato dolorose perdite e insulti indegni, che non hanno solo toccato il giocatore ma soprattutto l’uomo.

Due anni fa, ha perso suo padre, un evento che ha segnato profondamente il giovane atleta. Questo lutto, vissuto in silenzio, ha forgiato il carattere di Nicola, facendolo crescere tra alti e bassi, sia nella vita che nel calcio. Anche all’interno della squadra, tutti conoscono la sua storia, compresi i giocatori e lo stesso Mourinho, che ha sempre mostrato il suo sostegno.

A sole due settimane dal secondo anniversario della scomparsa di suo padre, il centrocampista polacco sta attraversando un momento difficile, influenzato da questioni personali che inevitabilmente si riflettono sul campo. Il suo talento innato non è in discussione, ma ora deve trovare la forza di superare questo momento buio.

La sua decisione di giocare per la nazionale Polacca Under 21, nonostante la mancanza di opportunità nella Roma, è un segno di resilienza e determinazione. Questa mossa non rappresenta una retrocessione, bensì un atto di volontà per ritrovarsi. Allenarsi con impegno e giocare con la Nazionale sono passi fondamentali per uscire da questo vortice di negatività.

Finora, il numero 59 ha giocato una sola partita intera in stagione: quella persa 2-1 all’Olimpico contro il Milan. Poi, 26 minuti all’esordio con la Salernitana, 50 a Verona, 60 a Tiraspol, 21 a Torino con i Granata e 27 in casa contro il Servette.

Zalewski sta dimostrando una forza interiore incredibile. La sua storia è una testimonianza di come la passione e la perseveranza possano aiutare un giovane uomo a superare anche le sfide più difficili. La Roma e tutti i suoi tifosi non vedono l’ora di vederlo brillare nuovamente sul campo, mostrando al mondo la sua autentica forza e resilienza. Lo scrive il Corriere dello Sport.