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De Rossi vs Palladino: assonanze e distonie di due filosofie a confronto

Analisi delle affinità e delle differenze tra le due filosofie calcistiche di De Rossi e Palladino

Amici ma avversari. Percorsi simili, quasi speculari. Coraggio nelle idee e voglia di stupire. Nel cocktail di Monza-Roma c’è anche la sfida a distanza tra Raffaele Palladino e Daniele De Rossi. Non hanno mai condiviso lo spogliatoio da giocatori, ma il corso di Coverciano sì. E in quella sede, come con altri ex, è nata una certa affinità ideologica e calcistica.

Lo scorso anno il Monza di Stroppa ebbe un impatto tragico in Serie A e dopo alcune giornate, il duo Berlusconi-Galliani decise di rischiare la carta Palladino che aveva diretto la primavera per una trentina di partita. Prima gara ufficiale e vittoria casalinga sulla Juventus per 1-0. Da lì un campionato di livello altissimo e un ottimo piazzamento.

Ma soprattutto gioco, coinvolgimento e valorizzazione anche di quei calciatori che nella primissima fase della stagione erano stati accantonati (su tutti Carlos Augusto poi ceduto all’Inter la scorsa estate). Palladino è un figlio calcistico di Gasperini, De Rossi di Spalletti. Due modi diversi di vedere il calcio, che però confluiscono nella matrice del collettivo e del gioco di squadra, nell’idea del noi e non dell’io.

Recentemente il tecnico del Monza ha scelto la strada del 4-2-3-1, ma di base ama il 3-4-2-1 o 3-4-3 di matrice Gasperiniana. De Rossi ha più volte sottolineato che predilige la difesa a quattro, per avere in mezzo al campo un uomo in più e provare a dominare tempi e palleggio. 

Il Monza come la Roma ricerca la costruzione dal basso, ma la squadra di Palladino lo fa con un 4+2 mentre i giallorossi col 3+1, sfruttando i movimenti alternati di Paredes e Cristante a ridosso dell’area di rigore, oppure di uno dei due terzini che resta più basso.

La ricerca di Palladino è sull’ampiezza, quella di De Rossi è sul possesso per assorbire la prima pressione avversaria e poi subito in verticale verso Dybala, Lukaku o El Shaarawy. Non a caso il riferimento del tecnico giallorosso sui miglioramenti di Paredes: “Gli ho chiesto maggiore verticalità e velocità d’esecuzione…”.

In fase di non possesso sono riscontrabili delle assonanze: entrambi predicano una pressione organizzata per rendere complicata la ripartenza avversaria, ma la Roma ha saputo modulare questo suo atteggiamento in funzione dell’avversario e dei momenti della partita. Il Monza lo pratica in maniera più sistematica.

Sarà insomma una bella sfida di calcio, con De Rossi all’esame Monza, che recentemente ha bastonato il Milan. Con l’obiettivo di centrare la sesta vittoria in A, per poi tornare amici come prima, ma dopo il match.

 

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