Settimo risultato utile di fila per la Roma, brilla Abraham
L’aggancio in classifica della Roma all’Atalanta è meno virtuale di quanto non dica la partita in più giocata rispetto alla squadra di Gasperini. Perché l’ha battuta due volte in campionato e anche stavolta, pur senza travolgerla come a Bergamo, l’ha meritato: disinnescando le sue qualità migliori e sfruttando al meglio le proprie, lasciando all’Atalanta appena possibile, ovvero dopo l’1-0, un inutile governo della partita (65% di possesso palla) per dedicarsi al killeraggio che preferisce, quello in ripartenza.
Perché ha confermato di essere in salute, al contrario della Dea, con il settimo risultato utile di fila. Perché è una macchina che ha trovato un’andatura più regolare una volta solidificata la carrozzeria posteriore: in quattro delle ultime sette gare non ha preso gol. Soprattutto perché Mourinho, che da squalificato può vivere sereno (tre vittorie su tre viste dalla tribuna o dal pullman), oggi ha il centravanti che Gasperini non ha.
Proprio l’approccio alla partita era stato un indicatore chiarissimo di un vento improvvisamente cambiato di nuovo: Roma intensa e aggressiva e Atalanta timorosa, quasi preoccupata di non concedere gli spazi che le erano stati fatali a dicembre.
Neanche lo spavento dopo appena 3’ (Musso in versione volante su colpo di testa di Mancini) aveva scosso l’Atalanta, dando invece coraggio alla Roma: continua nella spinta sulle fasce, soprattutto con Zalewski, saggia nella regia di un Mkhitaryan stra-continuo nelle due fasi, via via più registrata nelle connessioni di Pellegrini con Zaniolo e Abraham.
Così i due complici dopo mezzora hanno trovato la luce della verticalità negli spazi che li sa rendere letali: una palla persa da Pasalic è stata trasformata da Karsdorp in profondità assoluta e prima Nicolò e poi Tammy hanno smascherato gli errori di posizione di Palomino e Demiral.
Nella ripresa, a quel punto, la Roma ha potuto giocare la sua partita preferita: provando a replicare quella scena del delitto perfetto tutte le volte che ha potuto. È andata vicina al 2-0 soprattutto con Pellegrini lanciato in corridoio centrale da Mkhitaryan, ha trovato ancora l’avversaria sbilanciata con Mancini e Abraham che hanno mirato alto il raddoppio e Zaniolo fermato all’ultimo da Palomino.
All’Atalanta è servito a poco mettere le tende nell’altra metà campo e a Gasp rischiare tutto l’arsenale offensivo, smanettando ruoli e posizioni. Una vera chance per il pareggio è capitata solo a Freuler dopo 6’, ma Rui Patricio ha tirato giù la sbarra. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.