Un’ora e mezza di interrogatorio
Accuse, difesa e contrattacco a voce altissima. È stata un’audizione animata quella di Gianluca Petrachi, chiamato ieri in Procura Figc per chiarire la sua posizione rispetto all’indagine aperta dopo le sue dichiarazioni in sala stampa a Trigoria: dicendo di avere trattato con l’Inter “a maggio” per Dzeko, in sostanza ha ammesso di aver lavorato per la Roma quando era ancora sotto contratto con il Torino.
Sarebbe una violazione del regolamento dei direttori sportivi che implica una squalifica di diversi mesi. Il ds salentino ha riepilogato tutte le tappe del tormentato distacco dal Torino, ha mostrato i documenti che testimoniano le sue dimissioni presentate a maggio alla fine del campionato e la risoluzione del contratto, con tanto di rinuncia agli stipendi, firmata da Cairo solo a fine giugno.
Petrachi considera il comportamento del presidente granata una vera e propria guerra personale, chiusa solo dopo che Cairo ha ottenuto i Primavera Bucri e Greco dalla Roma per liberarlo. Il dirigente romanista spera nella difficile archiviazione e al momento non punta al patteggiamento, possibile sia prima sia dopo l’eventuale deferimento al Tribunale Federale Nazionale. Lo scrive Il Tempo.