
Lo storico calciatore giallorosso fu protagonista di un episodio che coinvolse l’allora Capo del Governo
Il 2 gennaio 1935, Fulvio Bernardini, storico calciatore della Roma, fu protagonista di una particolare disavventura. “Fuffo“, come veniva chiamato, girava per le vie del centro città con la sua auto, una Lancia Augusta, quando, nei pressi di Piazza Venezia, si trovò davanti una grossa Lancia Astura color blu che procedeva a bassa velocità. Bernardini cominciò a suonare il clacson e poi, in via Cesare Battisti, tentò il sorpasso. L’Astura, però, non agevolò la manovra e ci fu un leggero contatto tra le due macchine con Bernardini che proseguì la sua corsa.
L’Astura blu trasportava Benito Mussolini, diretto alla Stazione Termini per ricevere il Premier francese Pierre Laval. Dopo qualche ora dall’episodio, lo seppe anche Bernardini: le forze dell’ordine bussarono direttamente alla sua porta di casa e gli sequestrarono la patente. Fulvio Bernardini riuscì a riottenerla solamente cinque anni dopo grazie all’intermediazione di Eraldo Monzeglio, anche lui calciatore della Roma. Monzeglio era molto amico dei figli del Duce, Bruno e Vittorio, che tifavano però per la Lazio. Lo stesso Monzeglio racconterà: “Mi giunse voce che erano scontenti del mio passaggio alla Roma. Chiamai Villa Torlonia e mi tranquillizzarono dicendomi «Roma o Lazio non importa, basta che vieni a Roma»“.
Monzeglio, che era anche l’insegnante di tennis di Mussolini, organizzò un doppio a Villa Torlonia: lui e Bernardini contro il Duce e Aliotti. Prima di giocare, Mussolini si avvicinò a Bernardini chiedendogli se avesse imparato a guidare. La partita fu vinta ovviamente dalla coppia Mussolini-Aliotti e di lì a pochi giorni a “Fuffo” venne restituita la patente.
