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Calvo: “La Roma è molto più di una squadra di calcio. L’idea è giocare tutto giugno e tutto luglio”

Un’anticipazione delle parole del CEO giallorosso

Durante il programma “At Home” di Roma Tv, ha palato il CEO della Roma Francesco Calvo. Le sue dichiarazioni:

Le iniziative benefiche della Roma in questo momento?
“Possiamo fare la nostra parte ma che rimane sempre piccola. La Protezione Civile ha raccolto donazioni da 100 milioni di euro, noi stiamo stimolando i tifosi nel nostro piccolo. Stiamo cercando di renderci utile in un momento così difficile, stiamo cominciando a mettere in piedi delle idee che abbiamo pensato, ad esempio quella della consegna dei pacchi agli abbonati a chi ha più di 75 anni, gli anziani sono coloro che soffrono di più e ci rendiamo utili così, consegnando cibo, mascherine e anche qualche birra. Ci mettiamo a disposizione come possiamo, mettiamo in piedi queste iniziative e ciò ci rende diversi dagli altri. La soddisfazione sta proprio nella gioia della gente. Ora che sono da un anno e mezzo a Roma sto capendo l’importanza che ha la società tra la gente, al di fuori del calcio. Abbiamo attivato anche un call center per aiutare tutti gli abbonati over 60 che magari non riescono ad accedere a Internet aiutandoli portando loro beni di prima necessità. Questo ci diversifica da ogni altra società”.

Alla società vanno i complimenti per queste iniziative
“Io sono quello che merita meno complimenti. Quando parlavo con un ragazzo che ci ha aiutato ho letto un foglio con un’iniziativa e ho chiesto cosa aspettavamo per lanciarla e lui mi ha risposto che aspettava il mio consenso da due giorni. Ho rischiato di farle saltare o portarle per le lunghe”.

In un’intervista alla CNN hai detto che la Roma ha un una responsabilità verso i tifosi
“Io ho sempre lavorato nello sport, sono un privilegiato. Noi che facciamo questo mestiere abbiamo però due grandi responsabilità: da una parte gestiamo i sogni delle persone, regaliamo illusioni; dall’altro lato ogni cosa che diciamo e facciamo ha una visibilità incredibile nel bene e nel male. Il nostro presidente ci spinge sempre a cercare l’eccellenza, Guido Fienga ci ha spinto a lavorare benissimo. Abbiamo raccolto poco rispetto alla Protezione Civile, ma l’aiuto di tutti è stato utile. Fare interviste non per meriti sportivi è più difficile ma ci riempie di orgoglio”.

Roma Cares è sempre in linea con la solidarietà
“Assolutamente, Roma Cares è una costola molto importante. Ultimamente ha avuto una grande visibilità, ma sono 6 anni che si prodiga in iniziative, anche verso i ragazzi con disabilità fisiche o sociali. Ci sono molti programmi come Scuola di Tifo e Calcio Integrato. La riteniamo un modo di essere presente sul territorio per aiutare le persone che hanno bisogno. Vogliamo allargare i fondi e le attività, perché ci aiuta ad ampliare l’immagine e ad aiutare molto chi ne ha bisogno”.

I giocatori come vivono questi impegni sul sociale?
“Chiediamo ai giocatori di partecipare alle nostre iniziative per farli crescere e arricchirli con queste esperienze, in cui inoltre danno una gioia alle persone. Loro sono sempre d’accordo e lo fanno con grande passione, alcuni in particolare. Siamo molto soddisfatti del loro impegno”.

Il campionato ripartirà?
“Il calcio non è la priorità assoluta adesso ma è anche un elemento di svago. Il calcio europeo si sta dimostrando unito e vuole finire i campionati, la UEFA ha spostato tutte le coppe e le nazionali per questo. Al momento tutto resta una scommessa, ai giocatori servono 3-4 settimane per riatletizzare i calciatori. L’idea è giocare tutto giugno e tutto luglio, poi dopo se si parte un po’ prima o dopo c’è comunque grande disponibilità, ovviamente si deve allungare la stagione dopo il 30 giugno che è la scadenza normale, va spostata almeno di un mese. La UEFA sta lavorando anche sul calendario della prossima stagione, la priorità del mondo del calcio è ripartire una volta messa da parte questa emergenza. Alcuni paesi non andranno avanti, altre discipline hanno già sospeso, ma il calcio è diverso per l’importanza sociale che ha e il numero di affezionati che ha, lo si farà in assoluta sicurezza. Questo campionato lo vogliamo portare a termine, ma bisogna considerare ovviamente la situazione sanitaria. Il rischio è quello di influire anche sulla prossima stagione, ma ora la priorità è superare l’emergenza”.

La squadra si sta allenando anche da casa?
“I giocatori stanno seguendo un lavoro personalizzato e sono seguiti da uno staff specializzato. Io non sono un esperto dell’attività fisica, ma parlando con i medici ho saputo che ci vogliono 4 settimane di lavoro per tornare a giocare”.

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