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Match Program – Roma vs Shakhtar Donetsk: sfida all’Olimpico in salsa portoghese

La Roma di Paulo Fonseca pesca lo Shakhtar Donetsk agli ottavi di finale di Europa League

Non un sorteggio facile, senza dubbio ostico ma non impossibile. Speriamo possa essere un piacevole deja-vu per i giallorossi che nell’ultima occasione li buttarono fuori dalla Champions League.
Andiamo alla scoperta della squadra ucraina di Luis Castro, successore di Paulo Fonseca.

La rosa dello Shakhtar Donetsk

La squadra di Luis Castro è il solito mix tra calciatori esperti e giovani di belle speranze, ma soprattutto, come ormai da anni accade, è una vera e propria colonia brasiliana. Dello Shakhtar allenato da Paulo Fonseca, che la Roma affrontò nel 2018 in Champions League è rimasto poco o nulla. Il valore di mercato della rosa ucraina è di 158 milioni di euro, e l’età media si attesta a 26 anni, un numero che dimostra l’equilibrio tra giovani e veterani. Gli stranieri sono 13, mentre i calciatori che fanno parte delle nazionali sono 12. Luis Castro schiera quasi sempre un 4-2-3-1, che in qualche occasione è diventato un 4-3-3 in base alle caratteristiche dei centrocampisti. In questa stagione, soprattutto in Champions League, ha dimostrato di saper adottare anche un atteggiamento più difensivo se la partita lo richiede.

 

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Portieri

Il portiere titolare è Anatoliy Trubin, diciannovenne ucraino che ha raccolto l’eredità dello storico Pyatov, relegato ormai al ruolo di secondo portiere. Il terzo portiere è il giovanissimo Oleksiy Shevchenko, anch’egli di nazionalità ucraina.

 

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Difensori centrali

La coppia di centrali è formata dai due giovani ucraini Mykola Matvienko e Valeriy Bondar, con quest’ultimo che si alterna frequentemente con Vitão, brasiliano classe 2000. Diverse presenze anche per Sergiy Kryvtsov e qualche spezzone per il georgiano Davit Khocholava, allo Shakhtar dal 2017.

Terzini

Sulla corsia di destra spicca il ventiduenne brasiliano Dodô, una vera spina nel fianco per le difese avversarie. La sua alternativa è Sergiy Bolbat, uno dei veterani dalla rosa. Dall’altra parte il titolare è sicuramente Viktor Kornienko, dietro di lui c’è Marquinhos Cipriano ma soprattutto Ismaily, relegato ormai al ruolo di alternativa è da 8 anni allo Shakhtar ed era uno dei punti fermi di Fonseca nella sua avventura a Donetsk.

Centrocampisti centrali

In mediana la squadra di Castro spicca in qualità, con il trittico di brasiliano formato da Maycon, Marcos Antônio e Alan Patrick. Quest’ultimo ha messo a segno 5 gol in questa stagione, e anch’esso è uno dei superstiti dello Shakhtar di Paulo Fonseca che ormai è diventato un titolare fisso. Da non dimenticare l’infortunato Taras Stepanenko, spesso titolare quando a disposizione.

 

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Esterni

A destra c’è il brasiliano Tetê praticamente sempre presente e calciatore di grande talento, che rappresenta la minaccia principale sulla trequarti degli ucraini. Manor Solomon si alterna sulle due corsie, l’israeliano è un altro dei talenti dello Shakhtar che può rappresentare un problema per la difesa. Sulla corsia di sinistra un altro veterano del club: il trentatreenne brasiliano Taison, esterno di piede destro che vanta anche 8 presenze nella Seleção. In panchina troviamo anche Yevgen Konoplyanka, l’ucraino ex Siviglia che spesso nelle scorse sessioni di mercato era stato avvicinato anche ai giallorossi.

 

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Trequartisti

Sulla trequarti gioca ormai stabilmente il capitano della squadra: Marlos, trentaduenne brasiliano che nasce come esterno mancino di destra, che ultimamente ha accentrato la sua posizione. Dal 2014 nel club è uno dei simboli della colonia verdeoro dello Shakhtar. L’altro brasiliano Dentinho rappresenta una valida alternativa di qualità in un ruolo cruciale per lo scacchiere di Castro. In rosa anche il diciottenne ucraino Georgiy Sudakov.

 

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Attaccanti

Júnior Moraes guida l’attacco dell’undici di Luis Castro, anche lui dal Brasile ha scelto poi la nazionale Ucraina; nonostante i suoi 33 anni resta pur sempre un attaccante di valore. L’altro brasiliano Fernando è stato scelto come vice nonostante nasca come ala sinistra. Come terza punta c’è il diciottenne Bogdan Vyunnyk, che però ha collezionato solamente 78 minuti in stagione.

I 3 pericoli principali per la Roma

Tetê 

È la punta di diamante della trequarti dello Shakhtar, in 70 presenze totali con gli ucraini ha segnato 17 gol e fornito 12 assist. In questa stagione, invece, 4 gol e 4 assist in 26 presenze. Già nel giro dell’U23 brasiliana. È un mancino che gioca sull’ala destra, dotato di grande tecnica e velocità e che può far male a qualsiasi difesa in campo internazionale. È arrivato allo Shakhtar nel febbraio del 2019 dal Gremio, pagato 15 milioni ora ne può valere anche il doppio.

Manor Solomon

Non tanto spesso si sente parlare di calciatori israeliani ad alti livelli, ma questo è il caso del numero 19 dello Shakhtar Donetsk. Un classe ’99 che usa entrambi i piedi senza grossa differenza e che ha già messo a segno 5 reti nelle 24 presenze stagionali. Si parla già di un trasferimento all’Arsenal in estate per lui.

Dodô 

Laterale destro di quasi 23 anni acquistato tre anni fa dallo Shakhtar e mandato un anno in prestito in Portogallo nella stagione 18/19, oggi è il titolare del ruolo a tutti gli effetti. Grande rapidità, piede educatissimo e costantemente nella metà campo avversaria, rappresenta una soluzione offensiva in più per Castro. Nel corso della stagione 2 gol e 2 assist, ha giocato tutte le partite europee dello Shakhtar.


 

La Roma si appresta a vivere la prima delle due sfide degli ottavi di finale di Europa League contro lo Shakhtar Donetsk. Ma come arriva la squadra di Luis Castro alla gara dell’Olimpico?

Il cammino in Campionato

Dopo la vittoria dell’ultimo scudetto nella scorsa stagione, il quarto di fila e il 13′ nella storia del campionato ucraino (record assoluto) i Minatori occupano attualmente il secondo posto in Prem”jer-lіha con 36 punti, alle spalle della Dinamo Kiev, a 40 punti. Un campionato molto combattuto, visto che entrambe in 17 partite disputate hanno collezionato una sola sconfitta; la differenza la fa ovviamente il dato relativo alle sfide finite in pareggio (6 per lo Shakthar), che attualmente potrebbe sancire la fine del dominio del club in Ucraina. Altro dato interessante è il numero di gol fatti dalle due squadre al vertice (36 per entrambe), mentre nei gol subiti lo scarto si assottiglia ancora di più (12 reti subiti dalla Dinamo, 13 dallo Shakthar), rendendo a tutti gli effetti il divario relativamente minimo.

Il cammino in Europa

Lo Skakhtar Donetsk ritrova nuovamente la Roma, ma questa non in Champions League. Eppure gli ucraini avevano iniziato la stagione nel massimo torneo europeo, con la speranza di accedere alla fase ad eliminazione diretta. Purtroppo il sogno si è infranto a dicembre, quando la squadra di Luis Castro è arrivata terza nel girone B di Champions League (lo stesso dell’Inter): un risultato non facile da digerire, viste le due vittorie contro il Real Madrid (2-3 all’andata e 2-0 al ritorno), ma segnato dai due incredibili ko arrivati contro il Borussia Monchengladbach (0-6 all’andata e 4-0 al ritorno). I 10 gol subiti dai tedeschi sono stati determinanti, visto che a passare come secondo è stato proprio il Monchengladbach, con gli stessi punti degli ucraini. La squadra di Castro è quindi approdata in Europa League, dove ha sbrigato senza troppi intoppi la pratica del passaggio dei sedicesimi di finale, battendo il Maccabi Tel Aviv 0-2 e 1-0. Ora la Roma, una sfida che ha ormai abituato le due compagini, ma che porta con se anche molti incroci del destino, come quelli di Paulo Fonseca ed Henrikh Mkhitaryan.

La nascita del club

Lo Shakhtar Donetsk fu fondato nel maggio 1936 e fu inizialmente chiamato Stachanovec in memoria di Aleksej Grigor’evič Stachanov, il leggendario minatore del bacino del Donec, la cui estrema dedizione al lavoro divenne proverbiale. Dagli anni ’60 alla dissoluzione dell’URS vinse quattro volte la Coppa dell’URSS (1961, 1962, 1980 e 1983) senza però mai vincere il campionato.

L’era Achmetov e l’approdo di Lucescu

Dal 1990, con la nascita del campionato ucraino, cominciò ad insidiare la leadership della Dinamo Kiev. Nel 1996 il magnate Achmetov rilevò il club cominciando a rinforzare la squadra con calciatori stranieri e di talento. Nella stagione 2001-2002, sotto la guida di Nevio Scala i minatori si aggiudicarono per la prima volta nella loro storia il campionato ucraino.
Nel maggio 2004 si aprì la lunga gestione del romeno Mircea Lucescu. La stagione 2008-2009 fu u una delle più memorabili nella storia della squadra ucraina, allora allenata proprio dal tecnico romeno. Vinse infatti il primo trofeo internazionale della propria storia, la Coppa UEFA, sconfiggendo in finale il Werder Brema. Con Lucescu, inoltre, lo Shakhtar cominciò ad affermarsi a livello nazionale vincendo diversai titoli in Ucraina.

I tecnici portoghesi e l’arrivo di Fonseca

Nel 2016 Lucescu venne sostituito da Paulo Fonseca. Nella sua prima stagione in Ucraina l’attuale tecnico della Roma vinse il campionato ucraino, il decimo per lo Shakhtar, e la Coppa D’Ucraina. Anche la stagione successiva, quella dell’eliminazione in Champions League ai danni della Roma, i minatori si aggiudicarono sia la coppa che lo “scudetto” ucraino. Double che lo Shakhtar conquistò anche l’annata seguente, prima del passaggio di Fonseca in giallorosso, sostituito da Luis Castro.

Curiosità storica per la Roma, che per la quarta volta affronterà lo Shakhtar e lo farà nel quarto stadio diverso

La Roma affronterà, come ormai noto, lo Shaktar Donetsk negli Ottavi di Europa League. Una delle curiosità che accompagna i giallorossi a questa doppia sfida è quella dello stadio dove si giocherà la gara in trasferta. Dati i problemi internazionali che flagellano l’Ucraina da tempo, lo Shakhtar non gioca da anni nel proprio stadio. Questa volta la Roma lo affronterà in un impianto inedito per questa sfida, il quarto diverso nei precedenti tra le due squadre.

Infatti, nei 3 precedenti (tutti in Champions League), la Roma ha giocato le partite in casa degli ucraini in 3 impianti diversi, e tra pochi giorni si giocherà nel quarto.

Nel 2006/2007 quando le squadre si affrontavano nel gruppo D della fase a gironi di Champions League, insieme a Valencia e Olympiacos, i giallorossi giocarono allo Stadio Shakhtar. L’impianto ospitò le gare interne dei “minatori” fino al 2009, oggi è lo stadio utilizzato dal Metalurh e dalla squadra riserve dello Shakhtar Donetsk.

 

 

Nella stagione 2010/2011 Roma e Shakhtar si sono sfidate per gli Ottavi di Champions League, quando gli ucraini di Lucescu eliminarono la Roma di Ranieri prima e Montella poi. La gara di ritorno si giocò alla Donbass Arena, un bellissimo stadio da 50mila posti che fino al 2014 ha ospitato le gare interne dello Shakhtar Donetsk.

 

L’ultimo precedente tra Roma e Shakhtar ha un sapore dolce per i tifosi giallorossi. Era la stagione 2017/2018, e il fantastico cammino della squadra di Di Francesco nella fase a eliminazione diretta della Champions, iniziò proprio dal doppio confronto con la squadra allenata allora da Paulo Fonseca. L’andata si giocò a Charkiv, nel bellissimo Metalist Stadium, dove i giallorossi persero 2-1 salvo poi vincere all’Olimpico grazie al gol di Edin Dzeko.

 

Il 18 marzo per il ritorno degli Ottavi di Europa League la Roma di Fonseca volerà per la quarta volta in Ucraina ad affrontare lo Shakhtar. E lo farà nel quarto impianto differente, ovvero lo Stadio Olimpico di Kiev, che ospita le gare interne anche della Dinamo Kiev.

I precedenti

Roma e Shakhtar Donetsk si sono trovate di fronte in numerose occasioni negli ultimi anni, dandosi battaglia tra Champions League ed Europa League.
Il primo incontro tra le due squadre risale ai gironi di Champions League 2006-2007: l’andata allo stadio Olimpico finì con un trionfo della Roma per 4-0 con i gol di Taddei, Totti, De Rossi e Pizarro; al ritorno in Ucraina il gol di Marica decise la vittoria dello Shakhtar Donetsk. Alla fine dei gironi, in quell’anno, i giallorossi si qualificarono agli ottavi di finale; mentro gli Ucraini retrocedettero in Coppa Uefa.

Il fato mise per la seconda volta i capitolini contro i “minatori” agli ottavi di finale di Champions League nella stagione 2010-2011: allo Stadio Olimpico la Roma perse per 2-3 con i gol di Rat (ag, R), Jadson (S), Douglas Costa (S), Luiz Adriano (S) e Menez (R); al ritorno in Ucraina fu un vero e proprio disastro per i giallorossi che furono sconfitti con un rotondo 3-0 subendo la doppietta di Willian e gol di Eduardo, con rigore sbagliato da Borriello e Mexès espulso nel corso del primo tempo.

L’ultimo confronto sorride decisamente alla Lupa: nella magica Champions League 2017-2018, in cui la Roma sfiorò la finale, fu lo Shakhtar Donetsk l’avversario agli ottavi di finali. All’andata allo stadio Metalist di Kharkiv furono gli ucraini a vincere per 2-1 con i gol di Ferreyra (S), Under (R) e Fred (S) e nei minuti finali ci fu un salvataggio miracoloso di Bruno Peres sulla linea di porta con Alisson battuto a negare il terzo gol degli avversari; al ritorno in patria la Roma riesce a ribaltare il risultato e passare al turno successivo (dove incontrerà il Barcellona) grazie al gol di Edin Dzeko.


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