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Berdini: ” Dopo le parole di Totti la mia posizione contraria allo stadio era insostenibile”

Le parole dell’ex assessore all’urbanistica, ascoltato come testimone nel processo per l’area di Tor di Valle

Paolo Berdini, ex assessore all’urbanistica del Comune di Roma, uno degli oppositori più ferventi del progetto “Stadio della Roma”, è stato ascoltato dalla procura nell’ambito del processo sugli illeciti legati all’edificazione nell’area di Tor di Valle. Questa la sua testimonianza:

Dopo le parole di Francesco Totti sullo stadio ho ricevuto una telefonata del vicesindaco Luca Bergamo che mi diceva che la mia posizione contraria non era più sostenibile dal punto di vista politico. Mi trovo così fuori linea. Il gruppo consiliare M5S, quando era all’opposizione con Ignazio Marino sindaco, mi disse che avrebbe portato la questione dello stadio in procura. Furono loro a cercarmi, mi chiedevano da urbanista un parere sulla delibera e io dissi che la zona Tor di Valle era inadeguata e pericolosa. Venni chiamato con un incarico, bocciare il progetto del nuovo stadio della Roma. Per me quella zona era inadeguata e pericolosa. Una posizione condivisa in Campidoglio dai Cinque Stelle fino a gennaio 2017 quando arriva l’avvocato Luca Lanzalone. Lanzalone compare nel gennaio 2017 come punto di riferimento per la soluzione del problema dello stadio della Roma, prima di lui lo era stato il magistrato Ferdinando Imposimato: un cambio improvviso, lo definirei un cambio di direzione a 180 gradi. Il mio incarico riguardava pianificare il riavvio di una città in ginocchio, bloccata, questo era il mio sogno che non riguardava solo il capitolo stadio”.

Prosegue Berdini: “Quando conobbi Lanzalone in una riunione chiesi al sindaco Raggi che ruolo avrebbe avuto, se c’era incarico formale e lei mi disse che avrebbe provveduto, ma per quello che ne so io non è stato mai formalizzato. Io non frequentavo molto il Campidoglio perché i miei uffici erano all’Eur ma alle riunioni sullo stadio era presente l’avvocato Lanzalone. Mi sono sentito sostituito da lui. Alle riunioni partecipavano anche gli onorevoli Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, in buona sostanza ci fu un commissariamento della Giunta Raggi dopo la vicenda Marra. C’era la possibilità giuridica e amministrativa del diniego dell’interesse pubblico ma poi cambia tutto, non lo dimenticherò, la volontà di revocare l’interesse pubblico non c’era più. Il 14 febbraio per lo stadio rassegno le dimissioni“.

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