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Punture, gesti, premi: storia decennale di un amore mai nato

Mourinho Roma Napoli

L’amore mai nato tra Allegri e Mourinho

Affascinanti? Massì. Amati da tutti? Mai. Appassionati uno dell’altro? Ehm…no. Max Allegri e José Mourinho hanno in comune il fascino dell’uomo di personalità, che va vento in faccia contro il mondo. A qualcuno il genere piace, ad altri proprio no. De gustibus.

La verità è che quei due sono stati, più o meno volontariamente, bandiere dello stesso calcio difensivo – concreto, vincente, e chi se ne frega della spettacolarità – ma non questo hanno navigato sulla stessa onda. Si sono guardati a distanza e, quando sono entrati in rotta di collisione, si sono scambiati punture, colpi, mezze bordate. Il più velenoso, sempre Allegri. Mou non ha mai amato Allegri ma a lungo lo ha guardato col distacco di chi si sente superiore. Più che altro, si è accontentato di essere nemico della Juve.

Lo scontro più evidente risale agli anni in cui Mou era all’Inter e Max al Cagliari. A pensarci cos’, pare preistoria. Febbraio 2009: Mourinho definisce Allegri “buonista” e lui replica. Marzo: Mou parla di allenatori che non fanno la formazione e Max risponde duro. Eccolo: “Le sue dichiarazioni cadono nel patetico. Interessarsi degli altri allenatori è stato poco carino, è una mancanza di rispetto. Cellino non si intromette sulla formazione”.

Un anno dopo, salgono i toni dello scontro. Allegri vince la panchina d’oro, scelto dai colleghi nonostante lo scudetto vinto da Mourinho al suo primo anno di Inter. Così, alla prima conferenza stampa interista, i giornalisti prendono accendino e fiammifero per provare a generare un falò. Scusi, Mourinho, che pensa di quelle frasi? E lui: “Sono rimasto colpito quando mi hanno dato l’Oscar del calcio assegnato dai giocatori. Se i giocatori hanno voluto me, gli allenatori possono votare un altro: mi sembra una cosa normale“. Puro Mou. Lo scrive “La Gazzetta dello Sport”.

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