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Il bomber inglese ha già convinto tutti

Chi ben comincia è già a metà dell’opera. Per questo a Trigoria si augurano che l’esplosione di Tammy Abraham sia soltanto l’inizio di un cammino condiviso, volto a portare la Roma e il classe ’97 arrivato da Londra a raggiungere insieme traguardi importanti. I numeri dell’inglese dopo i primi sei mesi in Italia sono quelli del grande centravanti: 17 gol e 4 assist – oltre a 7 legni colpiti – nelle prime trenta presenze in giallorosso certificano come l’attaccante fortemente voluto da José Mourinho e portato nella capitale da Tiago Pinto sia forse l’acquisto più azzeccato della gestione Friedkin.

Abraham non solo ha già fatto meglio di Schick nei suoi due anni nella Capitale (8 reti), ma ha già scavalcato Dzeko (10), Osvaldo (11), Salah (14), Borriello (11) e Delvecchio (10) nel rendimento alla prima stagione con la maglia della Roma.

Per agganciare Montella serve una rete mentre ne mancano quattro per eguagliare Batistuta, autore di 21 reti decisive per la vittoria del terzo scudetto. Delle 10 reti messe a segno finora in Serie A, due sono state decisive per la vittoria di Bergamo contro l’Atalanta mentre altre due sono arrivate nelle sfide con Milan e Juventus (più una ingiustamente annullata da Orsato): un dato che certifica come l’ex Chelsea sappiaincidere sui big match, senza patire il ‘complesso’ di cui aveva parlato lo Special One nelle scorse settimane.

Pagato 40 milioni lo scorso agosto, il numero 9 è destinato a diventare l’acquisto più costoso della storia del club quando, a fine stagione, scatteranno alcuni bonus previsti dal suo contratto (superando i 42 milioni pagati per Schick). Sull’accordo stipulato la scorsa estate con il Chelsea però c’è anche una clausola che potrebbe riportare il ventiquattrenne in Inghilterra: dall’estate 2023 infatti i Blues potranno riacquistare Abraham pagando 80 milioni. Per convincere gli inglesi a spendere una cifra del genere, il giocatore dovrebbe continuare a segnare con regolarità e magari trascinare la Roma alla vittoria di un trofeo. Uno scenario ipotetico, che potrebbe verificarsi soltanto tra un anno e mezzo. Lo scrive “Il Tempo”.

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