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Rodgers, l’allievo non ha paura: “Vogliamo arrivare in fondo alla Conference”

L’ambizione del tecnico delle Foxes

Vincenti per caso? È il sogno europeo di Brendan Rodgers, allenatore del Leicester, in campo ieri sera in casa dell’Everton. Due mesi fa, all’esordio in Conference League, il tecnico nordirlandese scoperto nel 2004 da José Mourinho fu lo Special One a convincerlo a lasciare il Reading per diventare il responsabile delle giovanili del Chelsea -, raccontava: “Non so come abbiamo fatto a ritrovarci in questa competizione. Ora però ci siamo e vogliamo portare a casa la coppa. Del resto, io sono cresciuto con tre manifestazioni internazionali: Champions, Coppa delle Coppe e Coppa Uefa. E per me le coppe europee sono molto importanti”.

Oggi, alla vigilia della doppia semifinale contro la Roma, sui social Rodgers ha ribadito il concetto: “Adesso che siamo in corsa, vogliamo la Conference. Daremo tutto per farcela“. Il Leicester ha mille motivazioni per imporsi in Europa. È a metà classifica in Premier, lontano da qualsiasi traguardo.

All’improvviso, la Conference potrebbe salvare il bilancio del 2021-2022. La strategia elaborata per centrare l’obiettivo si riassume in una sigla: turnover.  Dopo l’approdo in semifinale di Conference, con il 2-1 ottenuto sul campo del Psv, contro il Newcastle sono cambiati otto uomini. Il vantaggio di Lookman è stato ribaltato dalla doppietta di Bruno Guimaraes. Ieri, altro giro di giostra e altro Leicester: sette cambi e 1-1 in casa dell’Everton. Così sarà fino alla doppia sfida con la Roma. Il turnover aiuta a gestire le energie, ma non maschera uno dei grandi limiti del Leicester attuale: la vulnerabilità sui calci piazzati.

Le Foxes hanno incassato 17 gol sui tiri da fermo in Premier: il peggior rendimento in assoluto. Un problema che potrebbe essere sfruttato in modo cinico dalla Roma mourinhiana. Pereira, Fofana, Evans, Castagne (format europeo) e Justin, Amartey, Soyunçu, Thomas (format Premier) vanno spesso a vuoto in queste situazioni.

I gol di James Maddison 14 in totale hanno cercato di compensare questo deficit di reparto, ma alla fine dipende tutto da un sottile gioco di equilibri. Sullo sfondo, la lunga assenza di Jamie Vardy, appena due presenze nel 2022: prima una tendinite al ginocchio, ora un problema muscolare. La Roma, per lui, è lontana. Lo scrive “Il Messaggero”.

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