Le parole del 22 giallorosso
Nicolò Zaniolo ha rilasciato un’intervista alla UEFA nei giorni scorsi. Sul sito di Sky Sport sono stati pubblicati alcuni video relativi all’intervista con alcune parti salienti delle parole del calciatore giallorosso.
Su Mourinho
“È uno degli allenatori più forti al mondo. Ci fa stare sempre sul pezzo, ci tiene uniti per portare a casa i risultati. Speriamo di vincere qualcosa con lui. Dal primo giorno in cui ci siamo riuniti a Trigoria abbiamo iniziato a lavorare per fare qualcosa di importante. Lui sa come si fa a vincere, con Mou in panchina abbiamo sicuramente più possibilità”.
Sugli infortuni
“La rottura del legamento crociato credo che sia uno degli infortuni peggiori che possa capitare a un calciatore. Il primo è stata una bella batosta perché ero nel pieno delle forze, dell’entusiasmo, della fiducia, stavo facendo molto bene. La botta vera e propria l’ho presa al secondo infortunio. Per i cinque o sei giorni successivi sono stato in casa e facevo fatica a parlare anche con i miei genitori, ero completamente scioccato”. Nonostante la batosta, il numero 22 giallorosso vuol vedere il lato positivo dei due infortuni: “Mi hanno fatto crescere soprattutto come persona. L’importante è mantenere l’equilibrio sia nei momenti belli che in quelli meno belli: non bisogna sentirsi alle stelle né l’ultimo della terra quando le cose vanno male”.
Sulle pressioni da top player
“Non mi sento un top player. So di avere delle qualità ma so anche che devo migliorare tanto sotto alcuni aspetti. A Roma si vive per il calcio e noi abbiamo una responsabilità grandissima per portare in alto il nome di questa squadra”. Zaniolo poi fissa l’obiettivo per la Conference League: “Bisogna imparare a convivere con le pressioni, in una piazza del genere le devi avere per forza. Abbiamo giocato tre semifinali europee, è arrivato il momento di prenderci la finale”.
La serata col Bodo
“L’avevo sognata così! Stadio pieno con 65mila persone e quarto di finale di una coppa europea. Posso dire che è stata una delle notti più belle della mia carriera insieme all’esordio al Bérnabeu e la doppietta contro il Porto”. In chiusura il centrocampista classe ’98 spiega cosa vorrebbe dire per lui vincere la Conference League: “Sarebbe motivo di grande orgoglio, un punto di partenza non un punto di arrivo. Anche per i tifosi vorrebbe dire tantissimo, 14 anni di attesa per vincere un trofeo sono un po’ troppi”.