Il centravanti giallorosso Tammy Abraham è stato intervista da The Athletic: le sue parole
Tammy Abraham, centravanti giallorosso, è stato intervistato da The Athletic. Ecco le parole del calciatore romanista, a poche ore dalla semifinale di Conference contro il Leicester:
Sulla Roma..
“È un club incredibile. Mi sembra di aver avverato un sogno. Da quando ho messo piede in questo posto, tutti mi hanno fatto sentire a casa. Anche dal ‘benvenuto’ in aeroporto. È stato incredibile vedere tanta gente ad accogliermi. E poi quando segno, wow: quanta passione. Qui senti parlare di calcio dovunque tu vada. Rispetto al Chelsea, qui mi guardano con occhi diversi. Non sono più ‘il giovane dell’academy’: alla Roma mi hanno fatto diventare una star”.
Sull’addio al Chelsea..
“Sono stato nel club da quando ero un bambino, non è stato semplice andarmene. Ma poi arriva un momento nella tua carriera dove devi fare ciò che è il meglio per te. Su di me c’erano diversi club, tra cui anche l’Arsenal. Poi sono arrivati Mourinho e Tiago Pinto: ho parlato con loro e ho capito l’ambizione del club e quanto mi volessero. Roma era il posto giusto per me. Grazie al cielo sono qui”.
Sui primi contatti con Mourinho..
“Ricordo ancora le sue prime parole con me. Mi disse: ‘Tammy, vuoi rimanere nella piovosa Inghilterra o goderti il sole a Roma? Abbiamo riso e discusso piacevolmente. Ha giocato un ruolo importantissimo nella mia scelta per venire qua. Lo chiamo il mio ‘zio italiano’”.
Ancora sullo Special One..
“È esattamente come lo vedete in tv. È il miglior allenatore al mondo, anche solo per come riesce a motivarti. Ha un modo suo per cui riesce a entrarti dentro e sa come tirarti fuori il meglio. Non ti dirà mai quanto sei bravo o quanto stai facendo bene. Ti dirà solo che puoi fare di meglio. Ricordo una partita in cui per i primi 15-20 minuti non mi sentivo me stesso in campo. A un certo punto, mi chiama e mi dice: ‘Lo so che non sei ti stai trovando bene in campo e che non ti stai sentendo a tuo agio. Ma ho bisogno di più da te’. A fine partita vincemmo grazie a un mio gol”.
Sul traffico romano..
“Qui guidano come dei pazzi. Non ci sono telecamere, quindi vanno tutti veloce. Le prime volte in cui arrivavo agli allenamenti con la mia macchina, i miei compagni da dietro mi clacsonavano. Poi arrivati a Trigoria mi dicevano: ‘Tammy, ma quanto vai lento’. E io gli dicevo: ‘Guardate che 50km/h sono tanti in Inghilterra’”.