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Candela: “Totti, il mio capitano. Mou? Sta facendo il massimo. Su Ibanez…”

Parla Vincent Candela, domani protagonista della “Partita per la Pace”

In occasione della “Partita per la Pace”, nel ricordo di Diego Armando Maradona, domani sera i campioni del mondo del 2006 tornano in campo all’Olimpico. Il ricavato della serata sarà devoluto in beneficenza ai programmi gratuiti della Fondazione Scholas. Tanti i campioni presenti, non solo quelli azzurri/. Tra questi c’è Vincent Candela, che ha parlato a “La Repubblica”.

Vincent, domani alle 18 si torna in campo all’Olimpico per “La Partita per la Pace”

“Non esiste motivo migliore della pace per tornare a giocare ed è sempre bello ritrovarsi tra di noi. Non è tanto contro la guerra, ma per la pace in generale. Scenderemo in campo con orgoglio, anche se non siamo più in forma come un tempo”.

Ti manca ancora qualcosa o sei riuscito a voltare pagina? Tanti giocatori faticano a smettere e hanno problemi dopo…

“Resto convinto che le società dovrebbero aiutarci di più. Lo sportivo, una volta che smette, va spesso in depressione. È un problema che ha il 90% degli atleti e il mondo del calcio non ha mai valutato questo come un problema. Ma io non ho mai avuto rimpianti, bisogna sempre reinventarsi o adattarsi, la vita è bella, non c’è solo il calcio”.


Ma il calcio e la Roma rimangono il tuo grande amore. Ti aspettavi il ko al derby?

“No, sinceramente no. Ero allo stadio, è una partita che senza errori finisce 0-0. Purtroppo abbiamo regalato il gol, però mi aspetto di vedere più occasioni, invece ho visto pochi tiri, troppi palloni orizzontali, nessuno che si prende il rischio o prova un dribbling. Fammi dire però una cosa su Ibanez…”

Prego…

“È vero, a volte perde un po’ di concentrazione. Ma io non ho dubbi: ha tutte le potenzialità per diventare in futuro uno dei più grandi difensori ”.

Che idea ti sei fatto della Roma? In città il dibattito è più che mai vivo sul gioco di Mourinho…

“Ma Mourinho fa giocare i giocatori che ha, Guardiola gioca bene perché ha dei giocatori molto tecnici. Si può fare meglio, però per avere un bel gioco devi avere anche grandi giocatori. Non esistono miracoli nel calcio. Dico anche che, senza gioco, non avrebbe vinto la Conference. Poi con gli infortuni diventa ancora più dura”.

Te l’aspettavi una Roma così dipendente da Dybala?

“Non si tratta di dipendenza. Quando giocavo io, con Zidane o con Totti in campo, il pallone la davi a loro. Parliamo di un giocatore con un livello tecnico e di velocità di pensiero superiore. Qui si vede che ha ritrovato la felicità e il feeling giusto. E quando manca un giocatore così, la squadra ne risente”.

Cosa rappresenta Totti nella vita di Candela? Tra l’altro non sta vivendo un momento facile della sua vita…

“Io e Francesco siamo cresciuti insieme, poi ognuno di noi ha costruito la propria famiglia. Ma poi con il tempo ci siamo ritrovati, sempre con stima, rispetto e l’amicizia di un tempo. Io lo dico spesso, Francesco è il mio capitano e lo sarà per sempre. Ora sta vivendo un momento particolare, spero che lui e tutta la sua famiglia possano riuscire a trovare la giusta soluzione. È chiaro che la priorità rimangono i figli, ma spero possa trovare serenità e felicità anche con la nuova compagna. Tutto questo per il suo bene e per non far parlare qualcuno che prova a brillare di luce riflessa”.

A proposito di Totti, pensi che un giorno avrà modo di chiarirsi con Spalletti?

“Perché no? Spero di sì, sarebbe un peccato perché si sono voluti bene, ma quando si sbaglia ci si deve sempre concedere un’altra opportunità. È solo una questione di volontà e comunicazione. Altrimenti il rischio è quello di far parlare la gente che non deve parlare. Hanno sbagliato tutti, ma solo loro sanno la verità. Ma si sono voluti bene, tanto bene”.

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