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Giannini: “Il mio addio una ferita che resta. Mourinho? Porta la passione che avevano Totti e De Rossi”

Le parole dell’ex capitano giallorosso

Giuseppe Giannini ha parlato a Radio Romanista, tornando sul suo addio al calcio e sulla Roma di oggi. Queste le sue parole:

Sul suo addio.
“Quella è una ferita che resta, quando mi viene in mente cerco di allontanarla pensando a qualcos’altro. Peccato perché era stata organizzata con tanta passione e con tanto entusiasmo, quando mi viene in mente cerco sempre di soffocarla cambiando discorso. C’erano tanti amici e tante celebrità, avrei voluto che andasse diversamente. Voglio pensare che molte delle persone presente lì erano persone che con i nostri colori non c’entravano niente”

Sul parallelismo con Pellegrini.
“È un ragazzo che concede poco, molto riservato come me, De rossi e Agostino. Ha quest’immagine da ragazzo tranquillo caratterialmente e quindi a volte può rimanere meno simpatico però in campo c’è poco da parlare e da contestare. È sempre così a Roma come con De Rossi, quando ci sono vengono un po’ fischiati, quando non ci sono vengono rimpianti. Dobbiamo imparare a sopportare, è normale passare dei periodi dove si gioca meno bene, capitava anche a Totti. Ma questi giocatori che nascono e crescono a Roma vanno apprezzati perché hanno questo spirito di attaccamento del quale ci rendiamo conto solo quando vanno via. È uno attaccato alla maglia, gioca sempre anche quando ha problemi fisici, sono cose che hanno un peso”.

Sulla romanità.
“A volte non si sanno le dinamiche interne. Spesso mi sono esposto per andare a parlare con la società anche per parlare di massaggiatori, magazzinieri, ci sono cose che i tifosi non pensano ci siano. Ci sono dei comportamenti e delle responsabilità, anche quando ci sono delle contestazioni ci va il capitano a parlare con i tifosi. Non è facile però io lo vedo dall’esterno che Pellegrini è un ragazzo serio e con la testa sulle spalle”

Su Mourinho.
“È carismatico, una persona che entra nella testa dell’ambiente e dei giocatori. Porta la passione e l’attaccamento che prima trasmettevano personaggi come Totti o De Rossi, ora lo fa lui, emana questo fascino e questo carisma. È una persona limpida e chiara, anche i giocatori devono essere così. Questo tipo di rapporto l’ho avuto con Mazzone.

Sulla Champions.
“La Roma può andarci. Conto molto sulla caparbietà e il carisma di Mourinho, è l’allenatore che regala poco allo spettacolo ma arriva ai risultati, è pragmatico. Non vive per leziosità ma per vincere, per centrare l’obiettivo ed in questo è l’allenatore più forte che c’è.”

Su Dybala.
“Appena presentato all’EUR è stato delirio perché sono giocatori che a prescindere dalla maglia che hanno indossato quando ce li hai li vuoi vedere. Lui ti fa divertire e regala ai compagni situazioni importanti”

Su Zaniolo.
“Secondo me è stato indirizzato in un ruolo non adatto. Lo fa a modo suo, da solista, ma in quei ruoli devi essere prima altruista e poi magari cerchi la soluzione personale, lui faceva il contrario. Io ho un ricordo di Zaniolo in primavera che era un esterno di centrocampo di un 4-4-2, alto a destra o punta centrale non mi convince. 0 Assist e pochi gol, in quelle zone lì devi determinare di più, nel suo ruolo secondo me sono più adatti calciatori brevilinei con intuizioni geniali. Lui ha forza e potenza ed è devastante negli spazi, ma per il suo ruolo dovrebbe dialogare di più con i compagni.”

Sulla sua esperienza da allenatore.
“Diciamo che non sono stato fortunato in alcune situazioni, sono sempre finito in contesti dove magari le proprietà erano un po’ ballerine, non pagavano i calciatori e dovevo mettere qualche soldo io. Quando succedono queste cose è difficile tenere il gruppo. Comunque ho vinto un campionato a Gallipoli, poi anche lì ho preso una decisione sbagliata. Avevo un accordo verbale con il Padova che era in Serie B, ma mi sono fatto convincere alla fine dal Verona in Serie C. Vado al Verona e mi esonerano. Con il senno di poi sarei dovuto andare al Padova.

Sull’attuale esperienza nel settore giovanile del Monterosi.
“Lo sto facendo con grande entusiasmo, è un ruolo che mi piace molto. Ripercorrere la carriera di mio padre è un qualcosa che mi affascina molto e che mi stimola. Lui ha fatto tantissime cose buone e io voglio fare altrettanto se non di più.”

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