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Mourinho: “Non ho contatti con nessun club. I miei calciatori sanno cosa penso sul mio futuro”

Josè Mourinho in conferenza stampa

L’allenatore della Roma Josè Mourinho ha rilasciato alcune dichiarazioni direttamente dalla Puskás Arena nel corso della conferenza stampa della vigilia della sfida al Siviglia in finale di Uefa Europa League. Ecco le sue parole:

Vi sentite di meritare questa finale?
È stato un tragitto lungo e diverso da quello del Siviglia, che viene dalla Champions. Abbiamo fatto 14 partite per essere qui e ce lo meritiamo senza alcun dubbio. Già dalla scorsa settimana lo abbiamo detto. Sta arrivando l’ora, la aspettiamo ed è per questo che abbiamo lottato”

Come si contiene l’emozione?
“Penso che lavorando, quello che abbiamo fatto in poco tempo, perché una squadra che negli ultimi due mesi ha giocato quarti, semifinali, che ha viaggiato tanto non ha avuto modo di lavorare tanto. Abbiamo lavorato tanto in questi due giorni. Dico che la storia non gioca, il mio collega pensa diverso. Lui pensa che il Siviglia è favorito perché la storia lo fa favorito è un’opinione che si deve rispettare. Hanno una storia e un’esperienza che non abbiamo. Per loro giocare una finale di Europa League è ricorrente, per noi è un evento straordinario. Per i nostri tifosi è una qualcosa di storico, per i loro è una cosa come giocare in Spagna. Però domani vogliamo stare lì e giocare lì”

Dopo la finale potrebbe dire addio come ha fatto con l’Inter?
“Penso che se qualcuno di noi ha una domanda simile alla tua, la deve fare a Mendilibar perché lui non ha contratto. Ho parlato coi due miei capitani e mi hanno fatto una domanda simile alla tua. A loro ho risposto in maniera obiettiva. Non vogliono che rispondano, ma sanno cosa voglio io. È diverso rispetto all’Inter perché io non avevo firmato col Real Madrid, ma era tutto fatto. Adesso non ho nulla. Penso a domani e a quello che vogliamo fare noi, perché noi vogliamo giocare”.

A Madrid tutti ti vogliono ancora bene.
“Voglio tanto bene al Real Madrid, voglio tanto bene al presidente e all’allenatore. Però l’allenatore non gioca, l’allenatore lavora tanto prima della partita, durante la partita poco. Ho detti al mio staff: oggi il nostro lavoro è finito. Adesso la storia la fanno i ragazzi. I colleghi di Madrid dicono bene che il Siviglia ha una grande squadra, due grande squadre perché ha 25 giocatori di grandissimo livello. Sono tutti professionisti di alto livello, hanno tante opzioni. Però loro non conoscono i miei ragazzi e non conoscono la mia squadra in quanto squadra e domani saremo lì”.

In una partita come questa quanto conta l’esperienza?
“Il budget che ha il Siviglia, non è lo stesso che ha la Roma. Noi abbiamo giocatori che lo scorso anno giocavano nella Squadra B. Io ho avuto più opportunità di giocare le competizioni europee, ma Mendilibar è della mia stessa generazione: siamo alla pari. Anche per i giocatori è lo stesso: quelli del Siviglia hanno più esperienza, ma noi sono due anni che giochiamo insieme.

In una partita come questa  pesa più l’esperienza di un allenatore o quella di un club? Cosa ha avuto di diverso rispetto al Tottenham?
“La Roma mi ha dato la possibilità di giocarle, il Tottenham no”.

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