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Olimpico pieno per l’abbraccio di fine stagione

I tifosi romanisti non abbandonano la squadra

Destinazione Olimpico. Il popolo giallorosso ha un altro grande appuntamento: Roma-Spezia, ultima di campionato. Una partita importante in chiave qualificazione europea, al netto delle vicende extracampo della Juventus. Già certo il sold out per l’abbraccio post finale di Europa league. Allo stadio, infatti, sono attesi 62.000 spettatori. Il tutto esaurito è una costante che va avanti da tanti mesi per l’effetto Mourinho. Nessun seggiolino sarà libero neanche stavolta. Perché non è una coppa in più o in meno a spostare gli equilibri di un grande amore. Soprattutto se sfuggita per dettagli dipendenti e indipendenti dalla Roma.

Nessuno si vuole perdere Roma-Spezia. Il motivo principale? Dare il giusto tributo a una squadra che ha dato i massimo in 120 contro il Siviglia, subendo la sconfitta ai calci di rigori ma anche torti arbitrali difficili da mandare giù. Quindi ci saranno i tifosi che hanno raggiunto Budapest in macchina, macinando oltre 2400 chilometri tra andata e ritorno. Non mancheranno poi, in larga parte, i romanisti che hanno riempito l’Olimpico per vedere la finale sui maxischermi. Sembrava una partita vera, con i giocatori in campo. Perché i cori, la passione e voglia di Roma erano le solite. L’atmosfera magica l’hanno creata più di 55.000 persone. Anche la serata “a distanza” va registrata come un sold out. Perché il club ha deciso di non vendere i biglietti per i posti più laterali di ogni settore dato che la visuale sui maxischermi non sarebbe stata perfetta.

Applausi e ovazioni. E perché no degli striscioni di incoraggiamento. A partire da Pellegrini e Mancini, i due capitani, come li ha definiti Mourinho prima delle battaglia di Budapest. In linea generale sarà questa la cornice attorno alla Roma. Gia, l’Olimpico è pronto ad abbracciare la squadra già prima del fischio d’inizio, alla lettura delle formazioni, ma anche durante il film di Roma-Spezia, a prescindere da quale risultato entrerà nell’almanacco. Lo scrive Il Corriere dello Sport.

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