Il provvedimento nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Marcello De Vito
Si allarga l’inchiesta della Procura che ha già portato all’arresto di Marcello De Vito. L’ad di Acea, Stefano Donnarumma, è stato perquisito e iscritto nel registro degli indagati. Come riporta Agi, l’ipotesi di accusa nei confronti di Donnarumma è corruzione in relazione a due sponsorizzazioni, da 25 mila euro ciascuna, che Acea fece per i concerti di Natale 2017 e 2018 che si tennero presso l’Auditorium di via della Conciliazione. La difesa del dirigente, però, fa sapere che Donnarumma abbia solamente dato l’ok a una spesa già autorizzata dal presidente dell’azienda.
Secondo quanto riportato da La Stampa, l’indagine riguarderebbe lo spostamento della sede di Acea da via Ostiense al Business Park adiacente al futuro stadio, quindi sui terreni di Parnasi. Proprio l’imprenditore arrestato lo scorso 13 giugno, aveva definito in una chat Whatsapp (nella quale compare anche il nome di Donnarumma, etichettato come “Un caro amico“) con l’avvocato Mezzacapo il Business Park “L’affare più grande“. L’ad di Acea viene tirato in ballo in altre intercettazioni tra Mezzacapo e Parnasi: “Lo stadio bisogna farlo molto bene! Acea diventa il trader principale del progetto, e diventa una società che ha importanza. Però su questo tema è importante che venga coinvolta anche la sindaca. Abbiamo chiamato il nostro amico (Marcello De Vito, ndr) per farlo intervenire con forza“. In merito, Acea fa sapere che “Mai un Consiglio di amministrazione ha esaminato o discusso di un qualsivoglia documento o piano per spostare la direzione generale sui terreni di Parnasi“.
Intanto De Vito, ormai ex presidente dell’assemblea capitolina, farà ricorso al tribunale della Libertà. L’avvocato Angelo Di Lorenzo ha spiegato: “De Vito sta bene e non vede l’ora di chiarire la sua posizione“. Le indagini dei carabinieri proseguono: fino alla tarda nottata sono state ascoltate due consigliere pentastellate. Si tratta di Donatella Iorio, presidente della Commissione Urbanistica, e Alessandra Agnello, presidente della Commissione Lavori Pubblici. Interrogata anche Gabriella Raggi, indagata nel procedimento e capo segreteria dell’assessorato capitolino all’Urbanistica.