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L’Edicola, La Roma saluta De Rossi con una vittoria. Le lacrime di Ranieri e l’emozione delle bandiere, una notte per cuori forti

Daniele De Rossi

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IL CORRIERE DELLO SPORTEdin Dzeko ha avuto un sussulto al momento del cambio, però quando si è seduto in panchina è rimasto buono al suo angolo. Il suo addio, non ancora ufficiale, non è stato glorioso. Nel secondo tempo quando è stato sostituito da Ranieri inizialmente non se ne era accorto, poi quando ha visto il suo numero 9 sul tabellone si è diretto arrabbiato a bordo campo. La sua reazione istintiva è stata incontrollata: sputo frontale davanti alla panchina, smorfia di disappunto e nessun saluto a Ranieri.

La Roma adesso dopo l’addio di De Rossi deve riorganizzarsi riempiendo il suo vuoto. Lorenzo Pellegrini adesso sarà uno dei pilastri dello spogliatoio. Nicolò Zaniolo invece sarà uno dei poli principali del centrocampo, a meno che non venga sacrificato per risanare il bilancio. Ma non sembra questa la tattica della società, lui stesso l’ha ammesso: “Sono molto positivo riguardo all’incontro per il rinnovo del contratto, che si terrà a breve. Naturalmente è qualcosa di cui se ne devono occupare il mio agente ed il club“. Ieri intanto ha ricevuto il premio dalla Lega come miglior giovane della stagione. Lo riporta il quotidiano Corriere dello Sport. 

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Le prime lacrime le ha iniziate a versare al 41′ del primo tempo, quando lo stadio lo ha acclamato a gran voce e lui si è sciolto in un pianto pieno di sentimento. Perché poco prima Claudio Ranieri aveva visto anche lo striscione che gli aveva dedicato la Curva Sud e già un po’ il cuore gli era andato in gola. “Mr Ranieri nel momento del bisogno hai risposto presente e adesso ricevi l’applauso della tua gente”. Poi il tecnico a fine partita: “Pallotta si è perso una serata piena d’amore, perché lo stadio viveva questo per la Roma e per Daniele”. 

In tutto c’è stata bellezza. Anche in quelle braccia alzate al cielo sotto a un cielo nero di pioggia che fa pensare a delle lacrime per un addio. Daniele De Rossi bacia la maglia per un arrivederci che vorrebbe fosse infinito. C’è chi lo ha descritto come un incrocio tra santità e talento. Ma adesso la ragione deve tacere, tocca solo alle labbra aprirsi e cantare “Daniele De Rossi eee ooo”. 

Si riparte da Lorenzo Pellegrini. Il centrocampista della Roma ha aperto le marcature contro il Parma, partita d’addio di Daniele De Rossi. Poco prima il Parma, spensierato, aveva sfiorato il gol con Kucka, Sprocati e Gervinho salvo poi essere trafitto da Pellegrini, con l’aiuto di una deviazione. Al 41′ del secondo tempo De Rossi è poi uscitoquando tutto era ormai compiuto. Lo riporta La Gazzetta dello Sport.

IL TEMPO – L’unica certezza sono le vacanze. Ora che è terminata la carriera da calciatore nella Roma, De Rossi ha in testa solo il volo per le Hawaii su cui si imbarcherà in giornata insieme alla famiglia, rimandando ogni trattativa al ritorno in Italia. Al momento sono in ballo le proposte del Boca Juniors e dei Los Angeles FC, oltre all’interesse di alcun club qatarioti.

IL MESSAGGERO – Nella lettera a cuore aperto pubblicata sabato scorso, Daniele De Rossi ha invitato i tifosi a mettere da parte la rabbia. Un sacrificio non da poco per chi ha tanto amato il centrocampista per 18 anni e ieri lo ha visto dire addio alla maglia a cui ha dedicato un’intera carriera.

Piove, non smette mica. Le lacrime si confondono nella pioggia. Beh, sai che consolazione. Daniele va oltre: sorride, non piange. Lo avrà fatto, magari, quando c’era il sole, giorni fa, senza che fosse necessario nasconderle. Lui è sereno, sorride guardando la marea di gente lì, tutta per lui; sorride incrociando lo sguardo della moglie Sarah e dei suoi tre figli. Sorride e pensa che questa notte è quella dei saluti, o come dice lui, di un banale arrivederci. 

Il divorzio della Roma dal capitano De Rossi è stato per settimane mascherato, camuffato artatamente da festa. Si può allargare il cuore a un sorriso per l’uscita di scena di un capitano che non avrebbe mai voluto abbandonare quella scena? C’erano un milione di modi per separarsi, la Roma ha scelto il peggiore. 

Cala il sipario, non solo su De Rossi. La Roma 2019-20 sarà profondamente diversa rispetto a quella che ha chiuso mestamente la stagione. Allenatore e direttore sportivo nuovi (più la posizione di Baldissoni, in scadenza di contratto, da valutare) con la rosa stravolta. L’input per Petrachi è abbassare il monte ingaggi (attualmente 90,9 milioni lordi). Quello per Gasperini (anche se ieri il presidente Percassi a fine gara è stato categorico: «È scontato che rimanga qui».

La pioggia è come se non ci fosse nella lunga notte dell’Olimpico. Non annacqua l’arrivederci a De Rossi e nemmeno la contestazione a Pallotta. Il senso di appartenenza non abdica nemmeno nella sera in cui, 2 anni dopo Totti, si sfila per sempre la maglia giallorossa anche l’altro capitano. Il presidente non c’è, ma in campo la gente si gode la Roma. Daniele piange in campo con Francesco e Bruno ContiRanieri ha la sciarpa al collo e più di una lacrima per l’affetto ricevuto nella sua ultima partita. Le bandiere sventolano per sempre.

È sembrato un déjà vu. Minuto 62: Ranieri richiama Dzeko in panchina. Lui fatica a crederci anche perché avrebbe voluto congedarsi con un gol. I fischi continuano, la tifoseria giallorossa non approva. Figuriamoci Edin. La reazione è plateale. Il centravanti sputa di rabbia. Poi, rivolto al tecnico, si lascia andare ad un «bravo» ironico.

LA REPUBBLICA -“C’hai rappresentao in campo per 18 anni, da oggi la tua Curva rappresenterà te in campo per sempre. Siamo tutti DDR“. Questa la scritta scelta dalla Curva Sud per salutare De Rossi, con centinaia di bandierine a sventolare intorno e il coro a lui dedicato intonato per cinque minuti pieni. Tantissimi poi gli altri striscioni e stendardi esposti dai quasi 63mila dell’Olimpico. In campo la Roma vince 2-1, grazie anche alla rete di Lorenzo Pellegrini, che a fine partita ha parlato così.

Dopo 25 anni di Roma e 18 anni di Serie A, Daniele De Rossi se ne è andato così, tra abbracci, applausi e sessantamila tifosi con le lacrime agli occhi. La Roma e i tifosi lo hanno salutato con commozione a fine partita. La moglie, i figli, ovviamente Totti, il fratello maggiore. La foto con lo storico numero 10 e Bruno Conti rimarrà per decenni appesa nei bar, nei circoli, nelle bacheche degli uffici, appesa ai cruscotti delle auto.

Ha ancora un anno di contratto e deve tenersi dentro tutta la tristezza per come è stato trattato il filgio. Alberto De Rossi, allenatore della Roma Primavera, sta vivendo con riserbo gli ultimi giorni, stando vicino a Daniele insieme al resto della famiglia. Nel 2020 il suo legame con i baby giallorossi terminerà e bisognerà capire quanto le parti avranno voglia di continuare insieme. Alberto è triste ma fiero di quanto dato al figlio. Magari un giorno, per una tradizione romantica, sarà proprio De Rossi junior ad ereditare quella panchina, cominciando la trafila da allenatore anche lui nelle giovanili di Trigoria. Lo scrive La Repubblica.

IL CORRIERE DELLA SERAPioveva, dentro l’Olimpico. L’addio, gli addii. La Roma, a due anni dall’ultima partita di Totti, chiude un’altra porta. De Rossi saluta dopo 616 gare in giallorosso. I giallorossi ripartiranno senza di lui il 25 luglio, preliminari di Europa League. Alla fine il saluto dei compagni e dello stadio, con il picco dell’emozione quando Daniele è stato premiato da Totti e Bruno Conti.

Chiuso tra le lacrime il lutto sportivo dell’addio di Daniele De Rossi, la Roma è di fronte all’ennesima rifondazione. I nomi sono stati individuati, Petrachi e Gasperini, ma non c’è ancora la certezza di averli.

Non è stata una festa, perché non si può festeggiare quando finisce in questo modo una storia d’amore durata tutta una vita, ma una celebrazione. La celebrazione di Daniele De Rossi e del suo romanismo. Un arrivederci, come ha scritto lui stesso nella lettera in cui ha salutato tutti. Sin da subito la Curva Sud ha intonato cori e innalzato stendardi per il capitano, al quale è stata dedicata una particolare coreografia.

LEGGO – Ventimila bandierine metà gialle e metà rosse con la scritta DDR. Uno striscione gigante: «Ci hai rappresentato in campo per 18 anni… da oggi la tua curva ti rappresenterà per sempre. Siamo tutti DDR», gigantografia del Capitano aperta come i cuori dei tifosi in Curva Sud.

Un anno fa, o giù di lì, si celebravano “notti di sogni, di coppe di campioni” contro Barcellona e Liverpool. Ieri all’Olimpico è andata in scena una “notte di lacrime e preghiereLacrime per De Rossi, preghiere mal ascoltate per una qualificazione in Champions che non è arrivata e per un futuro che rischia di diventare amaro, più amaro del presente. Alla guida ci sarà il ds Petrachi e forse Gasperini, anche se il presidente Percassi frena: «Do per scontato che resti all’Atalanta». 

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