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Alla scoperta di Filippo Tripi, il giovane leader del vivaio giallorosso

Andiamo alla scoperta del classe 2002 che quest’anno sta trovando spazio anche in Primavera

Il profilo

I numeri dicono poco di un calciatore ma, quando nelle classifiche di minutaggio si registra un giocatore sempre ai primi posti, allora ci si rende conto di quanto sia importante e insostituibile per qualsiasi mister.
Filippo Tripi è l’elemento che ogni allenatore delle giovanili considera fondamentale perché in grado di abbinare capacità tecniche a grandi doti di leadership.
Ragazzo che si distingue in primis per la testa che lo eleva da molti suoi coetanei: non è il classico giovane giocatore che si perde nei social e in dimensioni effimere.
Gli allenatori raramente si sbilanciano ma, se già a 16 anni il tuo mister del tempo Gianluca Falsini dichiara al Romanista: “Tripi trascina il gruppo..è un leader”, qualcosa vuol sicuramente significare. Parole confermate anche da Piccareta in U17 che dichiarò: “Tripi ha enorme personalità”.

Come caratteristiche parliamo di un mediano alto, dal fisico slanciato ma con eccellente tecnica nei piedi.
Rappresenta un profilo molto moderno perché abbina grande atletismo alle capacità tecniche.
Nel suo bagaglio calcistico emerge in particolare l’attitudine nel gioco lungo, aspetto molto importante nel calcio di oggi.
Inoltre spicca la sua abilità nel saper leggere i tempi di gioco avversario: questa caratteristica lo ha portato in passato ad essere schierato spesso da centrale difensivo, con il compito di impostare dal basso.
Per rimanere in casa Roma, ci potrebbero essere dei collegamenti con Gianluca Mancini, giocatore molto intelligente, in grado di disimpegnarsi benissimo sia da mediano che da centrale difensivo. Tripi, come Mancini, è molto abile nel recupero palla e nel lanciare subito i compagni.
Un altro bel riconoscimento per lui è arrivato l’anno scorso nel torneo Alkass Cup a Doha. In quell’occasione, la Roma fece un grande torneo arrivando in finale e lui si mise in mostra come uno dei migliori talenti di uno torneo, che comprendeva squadre del calibro di Real Madrid, Bayern Monaco, Psg e Spartak Mosca.
Il match analyst del torneo, Chris Makin, ex giocatore in Premier League, citò 3 talenti che lo impressionarono nella competizione e tra questi c’era proprio Tripi (insieme a Mutaliev e Kay Kennedy).

La crescita

Tripi rappresenta il classico profilo che è venuto fuori negli anni. La sua affermazione è iniziata in particolare in U16 dove ha iniziato a prendere le redini del centrocampo. In U17 è arrivata la definitiva esplosione con mister Fabrizio Piccareta che gli ha dato anche la fascia di capitano di un gruppo di primissimo livello con altri talenti come Bove, Zalewski e Cancellieri (Calafiori era già sottoetà in Primavera). Il premio del suo grande salto di qualità è stato il debutto sottoetà in Primavera. In genere debuttano precocemente soprattutto i giocatori più “vistosi” ed esuberanti tecnicamente, invece lui lavorando in silenzio e con la testa si è tolto una soddisfazione che pochi possono permettersi.
Questa stagione in Primavera si sta confermando ad altissimi livelli. Le regole del campionato sono cambiate aumentando l’età media delle squadre per cui per un classe 2002 è molto più difficile affermarsi, ma nonostante questo si sta mettendo in mostra con il suo talento.
Dei classe 2002 giallorossi lui è il giocatore che ha giocato di più con oltre 1000 minuti già ad inizio febbraio. Anche l’anno scorso in U17 il suo minutaggio fu altissimo con oltre 2000 minuti, praticamente veniva sostituto solo in gare tipo Roma-Perugia 14-0. In questo senso la sua duttilità è da sempre un valore aggiunto perché in campo può passare da mediano a centrale difensivo senza problemi, garantendo più soluzioni tattiche a qualsiasi mister, anche per una ipotetica difesa a 3.
Inoltre in questi giorni è arrivata l’ennesima convocazione in Nazionale italiana U18, a riprova della sua crescita esponenziale che ormai è stata riconosciuta anche dalle giovanili azzurre.
Ora le prossime tappe probabilmente lo porteranno ad avvicinarsi sempre di più alla prima squadra; ma una cosa è certa: nel fare la formazione, qualsiasi mister con fatica potrà rinunciare al “giovane leader” Filippo Tripi.

                                                                                                                                                          (A cura di Filiberto “Roma Youth”)

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