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Garcia: “Sono fiero del percorso fatto con la Roma. Difficile lottare contro quella Juventus”

Le parole del tecnico francese

Rudi Garcia, attuale allenatore del Lione e tecnico della Roma dal 2013 al 2016, è stato intervistato da Sky Sport ed ha ripercorso alcune tappe della sua esperienza all’ombra del Colosseo:

Vede possibile una ripartenza del campionato il 17 giugno?
“Qui in Francia la situazione è simile all’Italia ma con una settimana di ritardo. Ci sono tanti dibattiti sul fatto che si possa riprendere o meno, anche gli allenamenti. Se dobbiamo mantenere una distanza tra i giocatori non si può giocare a calcio. Non si può fare neanche una partitella in allenamento. Mi sembra un po’ complicato riprendere ora”.

Totti: “Ciao mister ti volevo salutare. Spero che finisca prima possibile questo problema così grande. I ricordi belli non si possono dimenticare, lei fa parte del mio percorso. Salutami i tuoi due collaboratori”.
“E’ una bella sorpresa perché Totti è un uomo che conta molto per me, per la mia carriera. Per me è un onore aver avuto un giocatore del genere. Sono stati bei ricordi come ha detto il capitano”.

Cosa le è rimasto di più di Roma?
“Vedo le immagini della vittoria contro l’Inter. Ho scoperto Roma, la vostra cultura, il vostro paese, la vostra lingua. Francesca la alleno ogni giorno e mi tengo al corrente di tutto quello che succede da voi. Adesso per sfortuna anche delle cose extra calcio. Al momento la cosa più importante è la salute di tutti. Siamo ogni giorno al telefono per sapere se tutti stanno bene”.

Ha qualche rimpianto dell’avventura a Roma?
“Si può sempre fare meglio. Rimpianti non ne ho. Sono fiero del percorso che abbiamo fatto con la Roma dal 2013 in poi. Ricordo che abbiamo avuto un avversario di altissimo livello. La Juventus, soprattutto il primo anno, ha fatto più di 100 punti in campionato. Bisogna accettare che c’è una squadra che non so se era più forte ma aveva più esperienza. Ovviamente è un grande club. Aver dato loro un po’ di problemi è una bella cosa. Sto vedendo il gol di Balzaretti al derby. Mi ricordo che a Roma sono arrivato sulle ceneri perché la squadra aveva avuto la brutta idea di perdere la Coppa Italia contro la Lazio. Tutti erano molto preoccupati dal derby alla quarta giornata ma io l’ho vista come un’opportunità. Siamo arrivati con tre vittorie consecutive e abbiamo vinto 2-0. Balzaretti lo sento spesso. Sono legato per tutta la mia vita a questi giocatori. Avevo un gruppo di lupi. Dal capitano a De Rossi, a Morgan De Sanctis. Avevamo i leader e tanta coesione. Sono molto contento di rivedere queste immagini. Rimarranno per sempre nel mio cuore”.

Il messaggio di un tifoso: “La mia speranza è che un giorno possa tornare alla Roma”.
“Io sto benissimo a Lione. Spero di continuare qua e fare grandi cose. Mai dire mai comunque. Un giorno tornare a Roma, non solo per vedere gli amici, sarebbe veramente una bella cosa. Per il momento sto benissimo a Lione e voglio vincere qualcosa qua. Speriamo di riuscirci”.

C’è mai stato un contatto con una squadra italiana da quando sei andato via?
“Durante la mia permanenza alla Roma e anche dopo sì, ci sono stati contatti, ma le cose non si sono fatte. Ho ripreso con il Marsiglia, con belle situazioni e emozioni. Adesso sono a Lione che è un grande club anche in Europa. Vediamo se possiamo giocare la partita di ritorno contro la Juventus. Questo virus ci ha tolto il nostro piacere di andare in campo e di dare spettacolo e gioia alla gente”.

E’ ipotizzabile giocare una partita di quella importanza ad agosto, con quelle temperature?
“Penso di sì, in Francia abbiamo una settimana di stop in inverno e giochiamo a dicembre e gennaio quando le temperature sono basse ma non giochiamo mai a giugno e a luglio ma forse sono i periodi migliori per giocare, basta giocare un poì più tardi. Sarebbe un’ottima cosa se il calcio riprendesse in tutte le nazioni allo stesso momento”.

Lei a Roma ha detto “Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio”. Poi nelle altre squadre ha detto altre volte cose simili?
“Soprattutto sento il mio italiano di pochi mesi a Roma. La particolarità del calcio italiano non l’abbiamo in Francia. Qui non c’è una grande città dove ci sono due club che giocano in Serie A. Ancora di più nello stesso stadio. In Italia è una cosa comune. Un derby in Italia è una cosa molto importante. Dobbiamo rimettere le cose nel contesto. La Lazio era molto orgogliosa di aver vinto la Coppa Italia e quindi vincere questo derby aveva rimesso le cose in ordine”.

In futuro pensa di tornare in Italia e alla Roma?
“La cosa che mi piace sono queste prove di amore da parte della tifoseria romanista. Non dimenticherò mai questa tifoseria, è una delle migliori al mondo. Quando canta, quando esulta per un gol, non solo la Curva Sud che è il cuore dell’Olimpico, ma anche tutta la tifoseria. Mi auguro che questo club vinca qualcosa presto. Il campionato è difficile. A Roma manca questa cosa da troppo tempo. Non ho rimpianti ma vincere un trofeo sarebbe stato veramente magico. Un giorno perché no tornare per fare questa cosa. Domani sui giornali mi troverò ‘Garcia vuole tornare’, ma io sto benissimo a Lione (ride ndr)”.

Interviene Rocco Papaleo: Rudi mi manchi, manchi a questa città.
“Rocco è veramente una persona speciale. Io lo adoro. Lui è una delle belle persone che ho incontrato a Roma. Poco tempo fa l’ho sentito. La cosa bella di scoprire una città è anche avere questi rapporti umani”.

Qual è il ricordo più bello che ha lasciato a Roma?
“Sul piano calcistico forse il primo derby perché era un’emozione particolare, festeggiare sotto la curva con i miei giocatori. De Rossi mi ha preso per la mano e mi ha detto ‘mister vieni con noi’. Sul piano personale il fatto di aver incontrato la mia compagna attuale, Francesca. Roma è la storia. Quando cammini a Roma sembra che stai scoprendo la storia del mondo. La conoscevo poco. Ero andato con i miei figli un po’ di anni prima, ma solo una volta. Me la sono goduta per tre anni. Non è solo calcio perché da voi è una religione, ma anche un modo di vivere”.

E’ un allenatore che esige dei calciatori o no?
“Ho sempre lavorato in modo collettivo, a Roma ho avuto un grande ds come Walter Sabatini e ci siamo sempre scambiati le idee”.

Che valore aggiunto era avere un bel rapporto con i romani dello spogliatoio?
“Questa è anche una cosa particolare. A Lille ho avuto la fortuna di avere giocatori del vivaio, ma a Roma questa è una cosa unica. Parliamo del Capitano, di De Rossi, di Florenzi. Questi giocatori sono la Roma. Sentono molto le cose, a tal punto che prima del derby avevo parlato con Daniele perché non volevo che questi giocatori facessero il derby prima di giocarlo. Per loro era quasi una questione di vita o di morte. Totti ha avuto solo un club e questa cosa succederà altre pochissime volte in futuro. E’ stata una cosa incredibile allenare dei giocatori così. Ho sempre pensato alle bandiere della Roma che non ci sono più perché anche Alessandro Florenzi è andato via. La storia torna e Lorenzo Pellegrini potrebbe essere uno degli eredi. Io l’ho mandato in campo per la prima volta con la Roma. Speriamo che ci siano altri Daniele De Rossi e Alessandro Florenzi per la Roma. Non dico altri Totti perchè sarebbe troppo”.

Perchè è finita tra lei e la Roma?
“Era evitabile ovviamente. Si poteva andare avanti, ma il calcio è così, non è solo la voglia dell’allenatore ma c’è anche chi decide e chi paga e chi sbaglia a prendere le decisioni. Nel calcio non c’è tempo. In poche giornate, se ci sono risultati meno buoni, c’è un’ansia che ti fa dimenticare tutto quello che è successo prima. Dobbiamo accettare questa cosa. Io ho sempre la valigia pronta all’entrata di casa perché il calcio è così. Spesso la storia ha dimostrato che cambiare allenatore non è che cambia così tanto i risultati. L’importante è potersi guardare allo specchio e dare il meglio ogni giorno per la squadra”.

Un giocatore della Roma che si porterebbe a Lione?
“Questa è una domanda trappola. Sono contentissimo della rosa del Lione. Speravo di poter giocare contro la Roma ma per il momento non è successo ancora. Speriamo succeda in Champions League”.

E’ difficile far rendere uno come Balotelli?
“Abbiamo avuto un bel rapporto, è una persona particolare con sentimenti profondi. Gli ho detto subito le cose che mi aspettavo, poteva fare meglio nel corso della sua carriera date le sue qualità. Non è il personaggio che la gente pensa”.

De Rossi diventerà un grande allenatore?
“Se ho un rimpianto non essere potuto andare in Argentina a vederlo. Quando è andato là sono stato molto triste perché mi aspettavo che facesse come Totti. Per me però ha fatto bene ad andare in Argentina. Una bellissima cosa. Lui ha le capacità per diventare un allenatore di alto livello e ha l’intelligenza di sapere che deve studiare ma anche imparare il mestiere perché è importante capire quali sono le cose importanti da fare. Un allenatore pensa a tutti gli altri e non a se stesso. Quando sei giocatore invece pensi solo a te stesso e molto meno agli altri anche se Daniele era uno che pensava collettivamente come Totti”.

Immagina De Rossi allenatore della Roma?
“Perché no, è la sua squadra del cuore”.

Interviene Max Giusti: A Roma ci manchi!
“Mi mancano le partite di padel con lui. Era veramente una bella cosa poter scambiare anche delle idee. Sono stupito dal talento di questo uomo. Fare il suo mestiere è una cosa incredibile”.

Che effetto le fa vedere De Rossi e Totti lontani dalla Roma?
“Io ho pianto come tutti guardando gli addii, l’ultimo giorno del Capitano nella sua Roma. Sognavo di poter far uscire il Capitano. Il modo in cui è arrivato questo addio non mi è piaciuto per niente. Quando hai una figura del genere nel tuo club, un ambasciatore incredibile per la Roma, prepari meglio le cose che si devono fare. L’ultima giornata era bellissima, ma il modo non mi è piaciuto”.

Nella gara di ritorno contro la Juventus a Torino, se si giocherà, potrebbe prendere qualche fischio. Il gesto del violino a distanza di anni lo rifarebbe?
“Capisco che quando sei romanista ad esempio tifi per il tuo club, ma non per forza sei contro qualche altra squadra. Dobbiamo recuperare il rispetto, se tifi una squadra non devi odiarne un altra. L’odio tra due club non ci deve stare. Ho molto rispetto per la tifoseria della Juventus e il gesto che ho fatto non è una cosa irrispettosa”.

Interviene Gervinho: “Spero che tu stia bene, ti saluto e ti ringrazio per gli anni insieme”.
“Lui è come un figlio per me. Emozionante vedere come si ricorda delle cose e sa del rapporto che abbiamo avuto. I ringraziamenti sono sempre graditi ma mi ha messo anche pressione perché mi ha detto che spera che io raggiunga gli obiettivi che mi ha messo il presidente del Lione”.

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