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Alessandro Gassmann: “Zaniolo il giovane italiano più forte”. Leo: “Totti un simbolo di Roma”

Le parole dei due celebri tifosi giallorossi

Alessandro e Leo Gassman, tifosi della Roma, sono intervenuti a Sky Sport e hanno parlato della loro squadra del cuore:

Quanto vi manca vedere la Roma?
Leo: “Parecchio, il calcio è qualcosa che ti lega agli altri, la Roma ci ha sempre regalato molte emozioni nonostante ci faccia soffrire moltissimo. Non ho mai visto uno scudetto della Roma, ma è sempre la Roma, papà mi portava allo stadio quand’ero piccolino”.
Alessandro: “Mio padre era genoano, trasformatosi in romanista, io ho avuto la fortuna di vivere due scudetti e parecchie Coppe Italia. In questo periodo sto pensando a quello che fanno i calciatori, deve essere durissimo soprattutto per un giovane che sta esplodendo non poter scatenare i cavalli sul campo. Le carriere sportive hanno una durata limitata, a loro va il mio abbraccio nella convinzione che riusciranno a dimostrare sul campo le loro qualità. Penso anche agli infortunati che stanno recuperando, come Zaniolo che secondo me è il giovane italiano più forte”.

Avete pianto di più all’addio di Totti o di De Rossi?
Alessandro: “Non credo di poter fare una classifica. Sono due esempi importanti per il calcio, due giovani che iniziano con grande talento, riescono a giocare nella squadra del cuore, non cambiando mai maglia, credo che siano due esempi meravigliosi. Totti è il più forte giocatore che ho visto giocare, resta per sempre il mio capitano”.
Leo: “Sono d’accordo con papà, De Rossi e Totti hanno fatto la storia della Roma. Totti è quello che ogni bambino finge di essere quando sta al parco a giocare a palla, quando fai la telecronaca. Totti è un simbolo di Roma per tutti”.

Come ve la cavate a calcio?
Leo: “Me la cavo in difesa. Ho giocato a rugby, faccio molte scivolate. Interventi puliti alla Mexes, magari”.
Alessandro: “Sono il classico pippone. 46 e rotti di piede con un passato da cestista mediocre. Ho poche chance, me la cavo meglio col nuoto. Da giovane ero bravino a tennis. Io come Crouch? Non la prendo comunque: da ragazzo mi schieravano centravanti, quando però videro che non la prendevo diventai la classica ala che non riceveva mai il pallone”.

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